Quanto guadagno gli insegnanti in Italia? Di istinto molti risponderanno “poco”. Ma sappiamo quantificarlo, anche in rapporto alla media degli stipendi europei nella scuola?
Questa settimana (lo scorso 5 ottobre) ricorreva la Giornata Mondiale dell’Insegnante. In occasione dell’evento, Eurydice ha pubblicato un rapporto dal titolo Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2018/19 che analizza e mette a confronto gli stipendi dei docenti facendo un raffronto tra Stati ma anche tra inizio e fine carriera. Guardiamo più da vicino la situazione italiana.
Docente appena entrato di ruolo
Quando parliamo di insegnanti precari pensiamo tendenzialmente all’inizio della carriera a scuola. Eppure, stando ai dati, lo stipendio degli insegnanti neoassunti è abbastanza in linea con la media europea. In Paesi con PIL basso come Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia lo stipendio di partenza dei docenti appena entrati di ruolo, è inferiore ai 9000 € annui. Stipendi per i neoassunti decisamente più alti in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Scozia. Buste paga ancora più ricche per i colleghi di Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Si superano anche i 50.000 euro annui. Certo occorre valutare il costo della vita che bilancia il potere di acquisto. Gli stipendi dei docenti neoassunti in Italia si collocano nella media europea, tra 22.000 e 28.000 € lordi annui.
La situazione peggiora notevolmente a fine carriera. I docenti italiano pagano scontano il blocco degli stipendi.
Scatto salariale: in ritardo e ridotto
Per vedersi aumentare lo stipendio del 50% rispetto ad inizio carriera, un docente in Italia dovrà aspettare 35 anni di servizio. Praticamente sarà arrivato alla fine della carriera di insegnamento. Pochi Stati seguono un ritmo così lento: Spagna e Ungheria, ad esempio, fanno peggio di noi (42%). I docenti vicini alla pensione, tra i 55 e i 64 anni di età, hanno uno stipendio annuo compreso tra i 30 mila e i 38 mila euro lordi.
“La retribuzione e le prospettive di carriera degli insegnanti dovrebbero essere parte integrante delle politiche per attrarre e trattenere gli insegnanti più qualificati”
Questo il commento della commissaria Ue per la Ricerca, Mariya Gabriel al rapporto sopra citato.
Tre interventi per l’aumento di stipendi per il personale ATA
Servono tre interventi urgenti, che, non a caso, sono tra i punti che il sindacato Anief intende portare al tavolo con il governo.
- in primis il rinnovo dei contratti che preveda aumenti salariali più consistenti e più frequenti;
- un adeguamento degli stipendi che renda “consono” quanto guadagna un docente anche nelle città più care del nord Italia;
- un bonus di 450 euro che tenga conto dell’esposizione al rischio di contagio e alle conseguenze del burn out in questa delicata fase di riapertura delle scuole post pandemia.