Fino a qualche tempo fa, si pensava che i laureati fossero immuni dalla rivoluzione portata dall’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. In realtà, le cose non stanno esattamente così. Lo studio “What jobs are affected by AI? Better-paid, better-educated workers face the most exposure”, pubblicato da Brookings Institution e condotto dai ricercatori Robert Maxim, Jacob Whiton e Mark Muro, rivela che sono proprio i laureati a essere esposti maggiormente al rischio di perdere il proprio posto di lavoro a vantaggio dei robot e, più in generale, dell’intelligenza artificiale.
I lavori più esposti all’implementazione dell’intelligenza artificiale
Il rapporto pubblicato da Brookings Institution e ripreso dall’edizione italiana di Business Insider mostra i lavori più esposti all’arrivo dell’intelligenza artificiale. Al primo posto si posizionano i market research analyst, il cui stipendio medio annuale è pari a 70 mila dollari. In seconda posizione i sales manager, con oltre 135 mila dollari di stipendio. Sul gradino più basso del podio i programmatori di computer, che percepiscono in media 85 mila dollari in dodici mesi. Tra gli incarichi più a rischio figurano anche quelli di advisor finanziari e management analyst, con uno stipendio annuale pari a 124 mila e 91 mila dollari.
I lavori meno colpiti dall’avvento dei robot
Istruzione, assistenza sanitaria, cura alla persona e preparazione dei cibi: sono questi i quattro settori dove la rivoluzione dell’Intelligenza artificiale avrà un minore impatto rispetto ad altre professioni. Figure dunque quali cuochi, camerieri, attori, insegnanti, infermieri, dottori, parrucchieri, agenti immobiliari, agricoltori ecc. riusciranno a sopravvivere (tra virgole) all’arrivo dei robot e, più in generale, dell’automazione.
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