Mancano poche ore e finalmente conosceremo il destino dell’Inter. Neanche il tempo di festeggiare il ventesimo scudetto e farsi cucire sulla maglia la seconda stella, che il club nerazzurro è costretto a vivere una delle fasi più travagliate della sua lunga storia. Dopo quasi otto anni sta per finire l’avventura di Suning a Milano. Il colosso cinese controllato dalla famiglia Zhang non è stato capace di onorare i 385 milioni di debiti, interessi inclusi, contratti con il fondo californiano Oaktree nel maggio di tre anni fa.
Zhang e Oaktree ai ferri corti
Il fondo obbligazionario statunitense si era mostrato interessato a subentrare ad Oaktree come creditore con un impegno di 430 milioni. La lettera di sabato di Steven Zhang non depone a favore di alcuna soluzione amichevole. Nella missiva, ha accusato il fondo di avere ostacolato la ricerca di un’intesa, minacciando nei fatti la situazione finanziaria dell’Inter. Un’argomentazione sconclusionata, dato che Oaktree si sta limitando a reclamare il pagamento di quanto gli è dovuto. E ci mancherebbe pure che debba essere costretto a venire incontro al suo debitore.
Verso escussione del pegno sulle azioni
Tra l’altro, il debito di cui stiamo parlando prevede il pagamento degli interessi al 12% annuale tutti alla scadenza. Finora, il fondo non ha visto il becco di un quattrino dei 275 milioni prestati nel 2021. Cosa succede adesso? Il prestito è stato garantito dal pegno sulle azioni di Great Horizon, la holding che controlla formalmente l’Inter e che ha sede nel Lussemburgo. In pratica, se esso non verrà onorato entro questo pomeriggio, Oaktree avrà titolo per procedere all’escussione.
Un’alternativa consisterebbe nel prolungare il prestito di un anno, il tempo che Zhang riesca a rivendere l’Inter a terzi, ottenendo la liquidità necessaria per procedere al pagamento. Ma serve l’assenso di Oaktree, che non è detto vi sia. Specie dopo l’attacco del cinese dello scorso fine settimana. In caso di passaggio del controllo societario, tuttavia, la famiglia Zhang non resterebbe a bocca asciutta. Sarebbe liquidata in base alla valutazione di mercato della quota posseduta. Agli effetti pratici, riceverebbe la differenza (se positiva) tra il valore di questa e il prestito da rimborsare.
Proprietà Inter tra taglio dei costi e aumento dei ricavi
Oaktree non è interessato alla proprietà dell’Inter. Il suo obiettivo eventualmente sarebbe di rivendere l’asset alla prima occasione. Va da sé che cercherà di valorizzarlo per massimizzare il ricavato. In prospettiva vi sarebbe un taglio dei costi possibilmente anche drastico. Insomma, il club allenato da Simone Inzaghi sarebbe messo a dieta. Ciò rischia di compromettere gli obiettivi sportivi per la prossima stagione, anche se il vero colpo di genio consisterebbe nel delicato equilibrio tra taglio dei costi e aumento dei ricavi grazie ai successi in campo. Un po’ come accaduto al Milan, a dire il vero anche con un pizzico di fortuna, con il passaggio di consegne tra Elliott Management e RedBird nell’estate del 2022 dopo la vittoria inattesa dello scudetto.