Giorni intensi per l’Inter. Cucita addosso la seconda stella con la vittoria del ventesimo scudetto, la proprietà ha ben altri problemi da affrontare. Se entro martedì prossimo, il fondo Oaktree non riceverà i 385 milioni di euro di prestiti più interessi maturati da Great Horizon sarl, la holding che controlla il club nerazzurro, questa subirà l’escussione del pegno sulle sue azioni. A quel punto, il nuovo proprietario diventerebbe proprio l’attuale creditore. Tuttavia, la famiglia Zhang non se ne tornerebbe in Cina a mani vuote.
Prestito di Oaktree in scadenza
Ripercorriamo la vicenda. Il 20 maggio del 2021 Oaktree presta al club 275 milioni di euro con interessi al 12% annuale da corrispondere tutti alla scadenza dei tre anni. Dunque, entro l’inizio della prossima settimana il club dovrà sborsare 385 milioni in tutto. Ma non possiede una simile liquidità, anche perché ancora non riesce neanche a chiudere il bilancio in pareggio. Al 30 giugno 2023 registrava perdite d’esercizio per 85,8 milioni. Oaktree si è detto disponibile a rifinanziare il bond dell’Inter, ma pretendendo interessi ancora più alti e per un periodo di due anni soltanto.
Zhang rischia perdita della proprietà
A questo punto, la società ha cercato qualche alternativa. Il fondo Pimco si era mostrato disponibile nelle scorse settimane a rifinanziare il bond dell’Inter per circa 400 milioni, a tassi più bassi e per un periodo più lungo di quanto prospettato da Oaktree. Il fatto è che siamo arrivati a ridosso della scadenza e non se n’è fatto nulla. Se anche in questi giorni l’accordo venisse siglato, materialmente servirebbe che il club incassasse la somma necessaria a pagare il creditore.
In pratica, che l’emissione del bond dell’Inter venga riservata al solo Pimco o avvenga sul mercato, i tempi non sarebbero più compatibili con il pagamento in tempo del debito in scadenza. Zhang rischia ugualmente la perdita della proprietà. Se così, già si fa il nome del fondo sovrano saudita per l’acquisizione del controllo. Oaktree avrebbe tutta la convenienza a massimizzare il ricavato della vendita. Presumibilmente, esso rilancerebbe i conti societari, tagliando le spese e cercando di aumentare le entrate. Si specula circa il fatto che deterrebbe il controllo per almeno un anno prima di rivendere al massimo del prezzo possibile. Un po’ sull’esempio di Elliott Management con il Milan.
Bond Inter 2027 pesa sull’appeal societario
Come se non bastasse, la questione si complica per via di un altro bond dell’Inter. Fu emesso agli inizi del 2022 per un importo di 415 milioni e scade il 9 febbraio del 2027 (ISIN: XS2439248472). Stacca ogni anno una cedola del 6,75% e ieri si acquistava a 99,25 centesimi alla Borsa di Lussemburgo, offrendo un rendimento lordo sopra il 7%. Nel prospetto informativo si legge che, nel caso di cambio di proprietà, basterebbe la richiesta di un solo obbligazionista per fare scattare il rimborso anticipato del capitale più annessi interessi fino ad allora maturati. Dunque, chi volesse oggi comprare l’Inter, dovrebbe mettere in conto anche di spendere altri 415 milioni per l’eventualità assai probabile che scatti l’opzione. Ed è evidente che la clausola affievolisca l’appeal di una ipotetica acquisizione.