Mentre il ministro dell’Economia annuncia, un po’ a sorpresa, che tutti saremo chiamati a compiere sacrifici per risanare i conti pubblici, una buona notizia arriva sul fronte della spesa per interessi sul debito pubblico. Pur lentamente, inizia a scendere. Nei primi nove mesi dell’anno il costo di emissione medio per il Tesoro è stato del 3,53%, in calo dal 3,76% dell’intero 2023. La Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato già per due volte i tassi di interesse per un valore cumulato dello 0,50%.
Interessi sul debito e spread in calo
Nel frattempo, lo spread si è ristretto lungo la curva dei tassi. Nell’ottobre dello scorso anno arrivò a 210 punti base. In pratica, un BTp a 10 anni rendeva fino al 2,10% in più del Bund di pari durata. Adesso, il premio offerto sui titoli tedeschi è di poco superiore ai 130 punti o 1,30%. Stando ai CDS a 5 anni, titoli che garantiscono dal rischio di default, mai il mercato aveva nutrito così tanta fiducia sulla sostenibilità del nostro debito pubblico sin dal 2008.
Spesa a +10 miliardi in due anni
Quale può essere l’impatto sui conti pubblici dal calo degli interessi sul debito? Partiamo da un dato certo: la spesa per servire lo stock è stata di 79,25 miliardi di euro nel 2023. Alla luce del ricalcolo del Pil italiano, essa è stata pari al 3,7%. In rapporto all’intero debito, si è attestata al 2,77% (costo implicito). Per quest’anno il governo Meloni stima una spesa in rialzo a 84,35 miliardi e per l’anno prossimo a 89,5 miliardi. In rapporto al Pil atteso, un’ulteriore crescita rispettivamente al 3,8% e al 3,9%.
In appena due anni, la spesa per interessi sul debito lieviterebbe di ben 10 miliardi. E con il taglio dei tassi? Dobbiamo premettere un dato: esso comporterà un rallentamento della crescita, non un calo in valore assoluto.
Risparmi per 3-4 miliardi all’anno
Ad occhio è croce, quindi, se la massa dei titoli di stato restasse invariata (ma crescerà per effetto dei nuovi deficit di bilancio), nei prossimi sette anni arriverebbero mediamente a scadenza circa 360 miliardi di debito. Ipotizzando che gli interessi sul debito già a fine 2024 saranno dell’1% più bassi dall’apice raggiunto un anno fa, il risparmio tendenziale viaggerebbe intorno ai 3-4 miliardi. Esso si accumulerebbe negli anni fino a toccare a regime la cifra di 25 miliardi (l’1% di 2.500 miliardi).
In realtà, i calcoli saranno più complicati. Come detto, lo stock crescerà e nel frattempo la BCE continuerà a tagliare i tassi. Dunque, da un lato la spesa tende a salire per forza di cose, dall’altra sarà frenata. Attenzione, però. I 3-4 miliardi all’anno che verosimilmente abbiamo già risparmiato in prospettiva grazie ai tagli dei tassi effettuati e che saranno annunciati entro dicembre, non faranno scendere gli 84 miliardi e rotti attesi per quest’anno. Ciò è dovuto al fatto che ancora oggi e nei prossimi anni arriveranno a scadenza bond del Tesoro emessi negli anni in cui i tassi erano molto bassi e certamente inferiori a quelli odierni.
Interessi sul debito, tesoretto incerto
Per quanto in calo, gli interessi sul debito di nuova emissione oggi risultano ancora molto più alti di 2 o più anni fa. Se immaginassimo per assurdo che tutto il debito venga emesso ogni sette anni (la durata media), il confronto dovremmo effettuato con il 2017.