Interessi sul debito pubblico in calo grazie al taglio dei tassi, compito più facile per Giorgetti

La spesa per interessi sul debito pubblico inizia a diminuire grazie al taglio dei tassi varato dalla Banca Centrale Europea.
2 mesi fa
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Interessi sul debito pubblico in discesa
Interessi sul debito pubblico in discesa © Licenza Creative Commons

Mentre il ministro dell’Economia annuncia, un po’ a sorpresa, che tutti saremo chiamati a compiere sacrifici per risanare i conti pubblici, una buona notizia arriva sul fronte della spesa per interessi sul debito pubblico. Pur lentamente, inizia a scendere. Nei primi nove mesi dell’anno il costo di emissione medio per il Tesoro è stato del 3,53%, in calo dal 3,76% dell’intero 2023. La Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato già per due volte i tassi di interesse per un valore cumulato dello 0,50%.

Un terzo taglio arriverà quasi certamente già alla fine di questo mese. E il mercato ne sconta un quarto per dicembre.

Interessi sul debito e spread in calo

Nel frattempo, lo spread si è ristretto lungo la curva dei tassi. Nell’ottobre dello scorso anno arrivò a 210 punti base. In pratica, un BTp a 10 anni rendeva fino al 2,10% in più del Bund di pari durata. Adesso, il premio offerto sui titoli tedeschi è di poco superiore ai 130 punti o 1,30%. Stando ai CDS a 5 anni, titoli che garantiscono dal rischio di default, mai il mercato aveva nutrito così tanta fiducia sulla sostenibilità del nostro debito pubblico sin dal 2008.

Spesa a +10 miliardi in due anni

Quale può essere l’impatto sui conti pubblici dal calo degli interessi sul debito? Partiamo da un dato certo: la spesa per servire lo stock è stata di 79,25 miliardi di euro nel 2023. Alla luce del ricalcolo del Pil italiano, essa è stata pari al 3,7%. In rapporto all’intero debito, si è attestata al 2,77% (costo implicito). Per quest’anno il governo Meloni stima una spesa in rialzo a 84,35 miliardi e per l’anno prossimo a 89,5 miliardi. In rapporto al Pil atteso, un’ulteriore crescita rispettivamente al 3,8% e al 3,9%.

In appena due anni, la spesa per interessi sul debito lieviterebbe di ben 10 miliardi. E con il taglio dei tassi? Dobbiamo premettere un dato: esso comporterà un rallentamento della crescita, non un calo in valore assoluto.

Perché? Il debito non viene emesso tutto in un anno. La durata media in Italia è di sette anni. Questo significa che ogni anno arriva a scadenza, in media, un settimo dello stock. Quest’ultimo in forma di titoli di stato vale poco meno di 2.500 miliardi. L’intero stock, invece, si aggira in area 2.950 miliardi.

Risparmi per 3-4 miliardi all’anno

Ad occhio è croce, quindi, se la massa dei titoli di stato restasse invariata (ma crescerà per effetto dei nuovi deficit di bilancio), nei prossimi sette anni arriverebbero mediamente a scadenza circa 360 miliardi di debito. Ipotizzando che gli interessi sul debito già a fine 2024 saranno dell’1% più bassi dall’apice raggiunto un anno fa, il risparmio tendenziale viaggerebbe intorno ai 3-4 miliardi. Esso si accumulerebbe negli anni fino a toccare a regime la cifra di 25 miliardi (l’1% di 2.500 miliardi).

In realtà, i calcoli saranno più complicati. Come detto, lo stock crescerà e nel frattempo la BCE continuerà a tagliare i tassi. Dunque, da un lato la spesa tende a salire per forza di cose, dall’altra sarà frenata. Attenzione, però. I 3-4 miliardi all’anno che verosimilmente abbiamo già risparmiato in prospettiva grazie ai tagli dei tassi effettuati e che saranno annunciati entro dicembre, non faranno scendere gli 84 miliardi e rotti attesi per quest’anno. Ciò è dovuto al fatto che ancora oggi e nei prossimi anni arriveranno a scadenza bond del Tesoro emessi negli anni in cui i tassi erano molto bassi e certamente inferiori a quelli odierni.

Interessi sul debito, tesoretto incerto

Per quanto in calo, gli interessi sul debito di nuova emissione oggi risultano ancora molto più alti di 2 o più anni fa. Se immaginassimo per assurdo che tutto il debito venga emesso ogni sette anni (la durata media), il confronto dovremmo effettuato con il 2017.

In quell’anno, il costo di emissione fu dello 0,68%, quasi il 3% più basso di oggi. Capiamo meglio perché, in ogni caso, questa voce passiva del bilancio sia destinata a salire. Tuttavia, è possibile che risulterà nei prossimi anni un po’ più bassa delle previsioni del governo, che a loro volta contemplano già il taglio dei tassi BCE. Il famoso “tesoretto” emergerebbe solamente se i tagli risultassero superiori alle aspettative, sempre che non si affaccino future tensioni sullo spread che si mangerebbero parte dei risparmi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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