Interessi al 9,75% per i contributi versati in ritardo. L’Inps aggiorna i parametri

Contributi pensione più cari per chi versa in ritardo o a rate. Dal 10 maggio 2023 si paga il 9,75% all’anno. I dettagli nella nuova circolare Inps.
2 anni fa
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Aumentano ancora i tassi di interesse per contributi pensione versati in ritardo. La modifica riguarda sia le omissioni che le richieste di dilazione di pagamento. Come precisato da una recente circolare Inps che recepisce le nuove disposizioni della Bce sul rialzo del costo del denaro.

La variazione degli interessi produce effetti immediati su tutte le prestazioni previdenziali. In particolare per i pagamenti a debito, come i contributi per le pensioni versati in ritardo rispetto alla scadenza prevista. La misura della Bce comporta anche la modifica della misura delle sanzioni civili.

Contributi Inps salgono al 9,75% gli interessi sulle dilazioni

Come precisa l’Inps con la circolare n. 44 del 8 maggio 2023, è stato rivisto al rialzo il tasso di interesse a debito per i lavoratori autonomi che versano in ritardo i contributi previdenziali. Il costo passa dal 9,50 al 9,75 per cento a partire dal 10 maggio 2023. La variazione segue da vicino già altri recenti rialzi dei tassi a debito applicati dalla Bce.

Questo significa che tutti i contribuenti che chiedono un piano rateale di pagamento dei contributi dovuti all’Inps dovranno mettere in conto maggiori oneri finanziari. Ma questo vale solo per le nuove richieste di dilazione. I vecchi piani di ammortamento, già autorizzati e notificati in base ai precedenti tassi di interesse, non subiranno modifiche.

La variazione percentuale, quindi, vale solo in caso di nuove autorizzazioni al differimento del termine di versamento dei contributi obbligatori previdenziali IVS. Il nuovo tasso annuo passivo per i contribuenti è pari al 9,75% ed è applicato a partire dalla contribuzione dovuta relativa al mese di aprile 2023.

Le sanzioni civili

La decisione della Bce che ha disposto l’innalzamento del tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento comporta anche la variazione delle tariffe delle sanzioni civili. Nel caso di mancato, o ritardato, pagamento di contributi, la sanzione civile sale al 9,25% in ragione d’anno (tasso del 3,75% maggiorato di 5,5 punti).

In caso di evasione contributiva, resta ferma la misura della sanzione civile già prevista dalla normativa. Pari al 30 per cento nel limite del 60 per cento dell’importo dei contributi, o dei premi, non corrisposti entro la scadenza di legge.

Nelle procedure concorsuali – spiega l’Inps – la misura delle sanzioni civili è pari agli interessi legali (5%). Poiché la misura del tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (ex Tur) è inferiore all’interesse legale in vigore dal 1° gennaio 2023 (5% in ragione d’anno), già dal 1° gennaio 2023 la riduzione delle sanzioni opera con queste misure:

  • 5,00% nel caso di «omissione contributiva»;
  • 7,00% nel caso di «evasione contributiva».

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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