Anno nuovo, vita nuova. Il vecchio detto vale anche per l’ISEE che dovrebbe essere sostituito dal quoziente familiare a partire dal 2023 così come molti bonus famiglia a cui dovremmo dire addio.
Cosa succederà alle famiglie con il quoziente familiare? Come richiederemo ammortizzatori e bonus fiscali senza ISEE? Infine, quali nuove agevolazioni ha previsto il Governo Meloni per i nuclei familiari?
Abbiamo risposto a questa e molte altre domande che assillano le famiglie italiane, grazie a Carolina Casolo, esperta di fiscalità oltre che in numerosi campi ancora inesplorati: a partire dalle nuove professioni legate al diritto d’autore su piattaforme online come Twitch, Onlyfans & YouTube; passando dagli NFT alle Crypto, per arrivare fino alla regolamentazione del Metaverso.
Nel corso dell’intervista, l’esperta di fiscalità ha dato dei consigli utili e pratici per preparare le famiglie ad affrontare al meglio l’anno fiscale che verrà.
Carolina in generale, cosa pensa dei bonus famiglia del Governo?
Sinceramente non vedo proposte innovative e concrete. Mi sembrano sempre gli stessi prodotti di cui già abbiamo visto la nascita anni fa, man mano eliminati, abrogati o definiti.
Il bonus luce e gas è già esistente ormai da diversi anni; applica in bolletta una sorta di scontistica in correlazione al valore dell’ISEE.
Peraltro, da due anni a questa parte lo sconto dovrebbe essere automatico direttamente all’interno della bolletta, ma l’iter non funziona e quindi moltissime persone non riescono più ad ottenerlo e non hanno un ente di riferimento.
La social card per la spesa esisteva già diversi anni fa ed è stata attivata salvo poi essere abrogata e poi essere scomparsa.
Ci sono anche interessanti spunti sulle pensioni ma tutto sommato, niente di nuovo in vista.
Tra le novità interessanti abbiamo il bonus gemelli che, tuttavia, non porterà grandi cambiamenti ai nuclei familiari, visto l’importo dell’assegno [100 euro] e l’iter di richiesta.
Ritengo interessante la proposta dei congedi parentali più lunghi ma bisognerebbe lavorare sulla loro struttura e sul funzionamento oltre che sull’allungamento della temporalità. E soprattutto sulla percentuale di pagamento del reddito assimilato al compenso / stipendio ovvero il 30%.
Può spiegare meglio in cosa consiste il nuovo congedo parentale?
Sarebbe necessario andare a variare la struttura del congedo parentale, tra cui i requisiti per accedere e il valore in percentuale della retribuzione assimilata allo stipendio / compenso.
La misura avvantaggia già oggi alcune dipendenti che possono contare sull’integrazione da parte dell’azienda fino al 100% del congedo parentale.
Invece, chi è libera professionista/ lavoratrice autonoma, per ora, ha diritto soltanto al 30%.
In questo caso, come si fa ad avere un buon equilibrio casa lavoro se per stare a casa vengo pagata al 30% del mio stipendio o di ciò che fatturo?
L’innovazione proposta da Meloni è che il congedo passi da 6 mesi a 7 mesi e il primo mese venga pagato di default al 100%. Misura che non apporta significativo cambiamento per il nucleo familiare.
In relazione alla Legge di Bilancio e, in particolare, ai bonus familiari, si parla spesso anche di assegno universale: in cosa consiste e chi ne ha diritto?
L’assegno unico e universale è un prodotto che sostituisce il vecchio assegno nucleo familiare e include nell’erogazione, il dovuto anche di altri compensi per prodotti diversi come, per esempio, il vecchio bonus bebè o il vecchio premio nascita.
E anche il sistema fiscale delle detrazioni per carichi familiari. Quindi quasi tutte le misure destinate al nucleo familiare sono confluite all’interno di un unico prodotto, appunto l’assegno unico universale ovvero AUU, collegato al conteggio dell’ISEE.
Di conseguenza, in base al valore del nucleo familiare fornito dall’ISEE, viene erogato un unico importo mensile che ristora il nucleo familiare e tutti quelli che sono i bonus e gli ammortizzatori dedicati appunto ad esso.
L’ Assegno viene in aiuto ad ogni nucleo familiare fino al compimento dei 21 anni di età dei figli con una proroga a 24, se dimostrano che nel frattempo stanno seguendo un percorso di studi.
Nel 2023, è previsto per i nuclei numerosi un aumento di questo assegno del 50%?
Diciamo che questa manovra ha poco senso perché i nuclei familiari numerosi, all’interno del conteggio per la valorizzazione dell’ISEE, prevedono già una minore indicizzazione in quanto i figli costituiscono una deduzione, o ancora più semplicemente più figli hai più diminuisce il valore dell’ISEE.
Mi sarei perciò concentrata maggiormente nel cambiare la scala di valori dell’ISEE che è collegata all’assegno unico universale e soprattutto nel verificare se effettivamente la clausola compensativa prevista nella vecchia legge di bilancio venisse soddisfatta.
La clausola affermava che non era possibile che i nuclei familiari andassero a percepire una somma minore con l’assegno unico universale di quella che percepivano con la sommatoria dell’erogazione di tutti i prodotti e cui applicavano.
Veniamo ora, al quoziente familiare. Di cosa si tratta e come sostituirà l’ISEE?
Il quoziente familiare è il parametro, preannunciato dal Governo fin dalla campagna elettorale, ora inserito nel Decreto Aiuti quater, con riferimento ai criteri di accesso ai bonus fiscali per le ristrutturazioni ed in particolare il Superbonus.
A differenza dell’ISEE (l’indicatore socioeconomico), il quoziente familiare si basa sul concetto dello “splitting”, ossia suddivide il reddito familiare in base a quante persone compongono il nucleo.
In seguito, l’esecutivo ha stabilito di applicare questo principio anche agli scaglioni di tassazione dell’Irpef: si parla, di conseguenza, di una riforma dell’Irpef. Una riforma che dovrebbe prevedere non solo il taglio di un’aliquota ma anche l’inserimento di questo nuovo indicatore che andrebbe a sostituire l’ISEE.
Quali sono i vantaggi del quoziente familiare?
Il quoziente familiare dovrebbe favorire la famiglia in generale e nello specifico la famiglia numerosa e/o quella con figli disabili. Si tratta di un parametro migliorativo per la famiglia perché abbassa il valore economico del nucleo.
Cosa succederà alle famiglie monoreddito?
Anche per le famiglie monoreddito il quoziente familiare porterà una situazione migliorativa dato che il valore della redditività verrà suddiviso tra le persone che compongono il nucleo.
In presenza di un unico reddito, ma più persone, il valore della redditività del nucleo andrà ovviamente a scendere.
Beneficeranno quindi di vantaggi nella richiesta di ammortizzatori, bonus indennizzi. Oggi invece il valore dell’ISEE non viene ripartito per persona componente il nucleo ma è la somma delle redditività e dei patrimoni del nucleo moltiplicata per una scala di equivalenza.
Quali sono i principali limiti del quoziente familiare?
Dobbiamo tenere presente che in Italia i nuclei familiari non sono numerosi, fatta eccezione per gli stranieri.
Di conseguenza il nuovo quoziente familiare agevolerebbe poche famiglie, penalizzando molte altre che avrebbero negato l’accesso ai bonus o, per esempio, alle case popolari.
C’è una larga fascia di ragazze e ragazzi trentenni che vivono ancora con i genitori e si pagano l’università facendo qualche lavoro: in questo caso il reddito complessivo familiare aumenta rendendo difficile se non impossibile ottenere i bonus, nonostante il guadagno dello studente venga utilizzato quasi esclusivamente per pagare le tasse universitarie.
Anche per chi lavora ed ha un mutuo da pagare o una casa in costruzione, il reddito familiare ne viene intaccato.
Il periodo di riferimento del quoziente familiare stesso potrebbe dimostrarsi un limite. L’ISEE, per esempio, faceva riferimento ai redditi di due anni precedenti, senza tener conto di possibili variazioni che potevano essersi verificate in periodi recenti quali per esempio la perdita del lavoro, la diminuzione del reddito o altro.
Per fronteggiare questo problema è stato introdotto l’ISEE CORRENTE che tiene conto dei redditi dell’anno in corso.
Ad oggi non sappiamo se ciò sarà fattibile anche con il quoziente familiare visto che non ci sono riferimenti nella bozza del testo.
Il problema principale che abbiamo in Italia è una pressione fiscale molto elevata che sembra però uscire dalla porta per rientrare poi dalla finestra!
Il quoziente può favorire in qualche modo l’occupazione femminile?
No, non ritengo che il quoziente familiare possa avere qualsiasi tipo di impatto positivo nella promozione dell’occupazione lavorativa femminile. Non ne capisco il nesso.
Anzi, secondo me, è proprio il contrario perché il quoziente familiare va ad impattare sulla redistribuzione della redditività in base alle persone che compongono il nucleo.
La donna è una figura lavorativa che in Italia ha una retribuzione lorda annuale inferiore rispetto all’uomo. Di conseguenza, con ogni probabilità, uscirà ulteriormente svantaggiata dall’utilizzo di questo prodotto nella richiesta di bonus e ammortizzatori.
Infine, che consigli si sente di dare alle famiglie per l’anno nuovo?
Fino a che non ci sarà una politica di welfare statale sufficiente, il consiglio che mi sento di dare è sempre il medesimo. Bisogna informarsi molto bene su quello che possiamo percepire, richiedere e su quello che spetta tramite i canali e i servizi giusti.
Non tutte le situazioni sono uguali quindi non basiamoci sugli esempi degli amici o dei familiari ma ragioniamo bene sul nostro caso specifico.
Soprattutto, usufruite di una consulenza, di un servizio, un professionista. Qualcuno che sia in grado di darvi dritte su come gestire al meglio tutta una serie di nozioni fiscali e previdenziali che ci possano consentire un vantaggio.
Infine, mi rivolgo alle libere professioniste a partita iva. Tutto quello che riguarda la sfera welfare diventa ancora di più complicato per chi lavora in libera professione. Sedetevi a tavolino e pensate con grande anticipo come gestire una gravidanza e un post gravidanza.
Ringraziamo per l’intervista Carolina Casolo , specializzata in diritto tributario ed inquadramenti fisco-previdenziali che riveste oggi anche il ruolo di Senior Tax Expert in Fiscozen Spa ed è responsabile del progetto Fiscozen Futuro.