Abbiamo intervistato l’Onorevole Daniele Capezzone, che ringraziamo sentitamente, sull’attualità economica. Di seguito le 10 domande sui temi clou di questi mesi da parte del già presidente della Commissione Attività Produttive (2006-2007) e delle Finanze (2013-2015) della Camera:
1) Onorevole Capezzone, l’Istat ha confermato l’arresto della crescita nel secondo trimestre e ha anticipato una debolezza anche per i prossimi mesi. In pratica, la ripresa si starebbe spegnendo. Come valuta questi segnali? Ritiene che occorra una manovra correttiva dei conti pubblici?
Siamo dinanzi all’ennesima prova di inconsistenza da parte di Renzi.
2) Il governo Renzi ha reagito sia al rallentamento economico, sia alla tragedia del sisma, invocando maggiore flessibilità fiscale con la Commissione europea. Ritiene che sia questa la strada da percorrere o Lei suggerisce una via alternativa?
Renzi ha per due volte respinto le nostre “contromanovre”, presentate come Conservatori e Riformisti con emendamenti tecnicamente ammessi (quindi erano praticabili: ma lui non ha voluto approvarli) per un taglio choc di 48 miliardi di tasse e spesa.
E invece, secondo le indiscrezioni, come sarebbe composta la nuova manovra di Renzi? Secondo le anticipazioni che leggiamo, complessivamente sarebbe un intervento da 25 miliardi: ma già 15 sono mangiati dalla necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia inserite in passato dallo stesso Renzi, e a questo fine il Governo punta su – appunto – una quindicina di miliardi di flessibilità europea. E i tagli fiscali? Da quanto si capisce, ci sarebbe un taglietto Ires da 3 miliardi, più qualche caramella (vai con la spesa pubblica!) su pensioni minime e altro. Quindi l’ennesima operazione da “zero virgola” e soprattutto l’ennesima operazione in deficit. Se Renzi fa questo, conferma gli errori del passato.
Noi invece riproporremo la nostra manovra choc (uno dei quattro punti del programma di lancio della Convenzione Blu annunciata per il 22 ottobre prossimo dai Conservatori e Riformisti con Raffaele Fitto). Lo faremo – davvero – non in spirito di fazione e di partigianeria: ma con il dolore di non essere stati capiti e seguiti da due anni.
Ricordo (da qui a ottobre ci torneremo, con numeri e dettagli: as usual) la supersintesi delle nostre proposte. Con la nostra manovra choc, colpiremmo:
- le municipalizzate (terreno di caccia dei partiti, oltre che caso ormai evidente di residuo socialismo reale);
- gli sprechi delle Regioni (l’ente più inefficiente e corrotto);
- gli acquisti della Pa, fonte di sperperi e appalti opachi;
- e introduciamo per davvero i costi standard nella sanità.
Con questi tagli di spesa, finanzieremmo 48 miliardi di tagli di tasse (3 punti di Pil!!!!), di cui 24 già il primo anno. Solo con questo ordine di grandezze si può riprendere a correre.
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