9) Il referendum costituzionale di novembre/dicembre viene considerato l’appuntamento più atteso per l’intera Eurozona o persino della UE nei prossimi mesi. Alcuni analisti stranieri lo giudicano anche più fatidico dello stesso voto sulla Brexit, sostenendo che un’eventuale vittoria dei “no” provocherebbe tensioni finanziarie molto gravi, finanche la fine della moneta unica. Qual è la Sua posizione e davvero crede che l’economia italiana potrebbe risentire negativamente di una sconfitta del premier sulle riforme istituzionali?
Ma no, nessuno choc. Renzi ha sbagliato due volte. Una prima volta, quando ha fatto perdere all’Italia un anno e mezzo sul Senato, anziché occuparsi di economia. E una seconda volta, quando, in materia di riforme, ha respinto le nostre proposte che avrebbero davvero favorito un passaggio alla Terza Repubblica. Gli chiedevamo tre cose: l’abolizione secca del Senato (non questo dopolavoro per consiglieri regionali), un tetto fiscale in Costituzione, e il presidenzialismo. Ha rifiutato. Noi quindi voteremo No. Questa riforma renziana, anziché semplificare, complica le cose, inserendo 10 diversi tipi di procedimento legislativo: sarà il paradiso dei ricattatori e dei mercanti di caos. Molto peggio di ora.
10) Se il premier mantenesse la sua parola e si dimettesse, una delle ipotesi in circolazione sarebbe la formazione di un governo tecnico. Lei lo appoggerebbe? Come pensa dovrebbe comportarsi nel caso il centro-destra?
No, il centrodestra deve fare primarie sul modello americano e prepararsi a nuove elezioni. E le primarie modello Usa (con un programma liberale) saranno al centro della Convenzione Blu che Raffaele Fitto e noi Conservatori e Riformisti abbiamo proposto a Roma per il 22 ottobre prossimo. Si può già aderire suwww.laconvenzioneblu.it
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