Il generale inverno è stato determinante per la vittoria della Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. E il presidente Vladimir Putin aveva puntato verosimilmente proprio sui mesi freddi dell’anno per sperare di piegare l’Europa dipendente dal suo gas. Non poteva immaginare, forse, che proprio l’inverno lo avrebbe tradito. Il clima mite di questi mesi sta dando una grossa mano al Vecchio Continente, i cui consumi di gas tra settembre e novembre sono crollati del 17%. Basta guardare il grafico sui prezzi alla borsa olandese per capire che qualcosa stia andando maledettamente storto per Mosca.
In Italia, alla fine di dicembre gli stoccaggi risultavano pieni all’84%, in perfetta linea con il dato medio europeo. Nel trimestre ottobre-dicembre, i consumi di gas nel nostro Paese sono diminuiti di 5,6 miliardi di metri cubi (-25%) a 16,9 miliardi. Il clima straordinariamente mite è stato decisivo, ma hanno giocato un ruolo anche la ricerca di fonti di riscaldamento alternative e il calo della domanda industriale. Mettiamoci anche un pizzico di maggiore efficienza nei consumi, con case e uffici pubblici riscaldati più appropriatamente.
Gas ancora gas, taglio in bolletta a gennaio
Fatto sta che adesso l’inverno non spaventa più. A fine marzo, gli stoccaggi dovrebbero contenere 3 miliardi di metri cubi, nettamente più degli 0,69 miliardi di un anno prima. Dunque, la stagione più temuta dell’anno si concluderà probabilmente meglio del previsto. Ciò eviterà a SNAM, in particolare, di dover correre durante l’estate per riempire nuovamente gli stoccaggi in vista dell’inverno successivo. Per il momento, però, le bollette del gas non scendono. Anzi, a dicembre l’Arera le ha aumentate di un altro 23,3%.
Scendono già, invece, le tariffe della luce del 19,5% per dicembre. Anche in questo caso è stato il minore costo rilevato per il gas nei mesi precedenti a determinare il calo, unitamente a uno “sgonfiamento” delle quotazioni petrolifere. Dinnanzi a questi numeri, la minaccia della Russia di tagliare le forniture di gas e petrolio ai paesi che impongono il tetto al prezzo sulle sue esportazioni non fa paura. Il taglio dei consumi, l’aumento delle importazioni da altri fornitori e il maggiore sfruttamento delle fonti di energia alternative stanno compensando l’allentamento della dipendenza dal gas russo. Unico neo per l’Italia resta la lentezza con cui stiamo puntando sui rigassificatori per importare la materia prima in forma liquida da paesi lontani per trasformarla nuovamente in stato gassoso all’atto della consegna.
Il caso di Piombino, con la nave Golar Tundra bloccata dal ricorso presentato dall’amministrazione cittadina e respinto dal Tar del Lazio, è emblematico della necessità di un iter veloce almeno per i casi di emergenza nazionale come questo. Ciò che neppure la Russia ha finora potuto, rischia di provocarlo la solita burocrazia elefantiaca del Bel Paese.