Avete messo da parte una piccola cifra e non volete o potete lasciarla sul conto corrente, ormai infruttifero da anni? In questo articolo, vi proporremo il caso di investire 10.000 euro nei titoli di stato a 10 anni. Si tratta di un arco temporale lungo, ma neppure eccessivo. Vi consentirebbe di evitare i rendimenti negativi ancora imperanti sulle scadenze medio-brevi e al contempo di contenere l’esposizione alla volatilità del bond sul mercato secondario.
Iniziamo subito con la quotazione: 100,50 mentre scriviamo. Significa che per investire 10.000 euro nominali, dovreste spenderne 10.050.
E ci sarebbe il rateo passivo da corrispondere al venditore, vale a dire la cedola maturata tra l’1 aprile e oggi. Fanno circa 15,50 euro. In cambio, l’1 ottobre incassereste tutta la cedola semestrale di 45 euro. Attenzione, perché questo sarebbe il tasso lordo. Al netto della tassazione del 12,5%, scenderebbe a 39,375 euro. Su base annua, poi, la banca preleverà l’imposta di bollo dello 0,2%. Farebbero 20 euro all’anno e una cifra complessiva fino alla scadenza di 196,40 euro.
Investire 10.000 euro in perdita?
Andando avanti così fino alla scadenza ed escludendo il canone applicato dalla banca per tenere il conto deposito, a inizio aprile del 2031 vi ritrovereste con l’accredito del capitale di 10.000 euro e le cedole nette accumulate nel periodo di 787,50 euro. Ovviamente, stiamo supponendo che le cedole non saranno prelevate neppure per un centesimo fino alla scadenza. In totale, quindi, investire 10.000 euro nel BTp a 10 anni vi avrebbe reso: 787,50 euro di cedole – 15,49 euro di rateo passivo – 196,40 euro di imposta di bollo – 50 euro di sovrapprezzo all’atto dell’investimento = 10.525,61 euro.
Il margine netto sarà stato di circa 525 euro in quasi 10 anni, cioè dello 0,5%. Pochissimo, ma meglio di parcheggiare la liquidità su un conto corrente a interesse zero, direte. Sì e no. Investire 10.000 euro nel BTp per 10 anni implica anche esporsi al rischio inflazione. Già a maggio, in Italia risultava risalita all’1,3%. Se anche solo presupponessimo che nella media del prossimo decennio si attestasse all’1%, significherebbe perdere potere di acquisto per 100 euro all’anno, cioè per quasi 1.000 euro entro la scadenza. Ed ecco che i 525 euro netti incassati con l’operazione diverrebbero negativi. In altre parole, sarebbe un investimento a perdere.