E’ una fase negativa per i titoli di stato italiani, anzi per il mercato obbligazionario europeo in generale. Gli investitori scontano un rialzo dei tassi BCE dello 0,75% per domani e allo stesso tempo temono che l’economia nell’Eurozona stia dirigendosi verso una grave recessione a causa della crisi energetica. Il BTp a 10 anni si è portato a un soffio dalla soglia di rendimento del 4%. Lo spread con il Bund decennale si aggira sopra i 235 punti base o 2,35%. Se per lo stato è un brutto momento per emettere debito, non lo stesso dicasi per gli obbligazionisti interessati ad entrare sul mercato.
Cosa succede al nostro capitale se decidiamo di investire 5.000 euro nel BTp a 10 anni? Per prima cosa, dobbiamo capire a quale titolo ci stiamo riferendo. L’attuale “benchmark” sul mercato è il BTp 1 dicembre 2032 e cedola 2,50% (ISIN: IT0005494239). Ieri, si acquistava a una quotazione di poco superiore a 88 centesimi e alla quale corrispondeva un rendimento lordo in area 3,95%.
BTp a 10 anni versus inflazione
Questo significa che investire 5.000 euro si traduce attualmente in un esborso effettivo di 4.410 euro. Grazie alla quotazione sotto la pari, si sono liberate risorse a favore di altri possibili investimenti. Da qui alla scadenza tra poco più di 10 anni, il bond ci offrirebbe una cedola annuale del 2,50% lordo, cioè di 125 euro. Al netto della tassazione del 12,50%, incasseremmo 109,38 euro. In relazione all’investimento effettivo, la somma sarebbe pari al 2,48%.
Alla scadenza, il Tesoro ci rimborserà tutti i 5.000 euro nominali investiti, per cui riporteremmo un guadagno di 590 euro rispetto al costo realmente sostenuto. Anche questa plusvalenza andrà sottoposta a tassazione del 12,50%, per cui si ridurrebbe a 516,25 euro. Rapportata ai 4.410 euro spesi, equivarrebbe all’11,7%. Un ritorno che si aggiungerebbe a quello offerto sino ad allora dalla cedola annuale. In definitiva, il rendimento netto sarà stato di quasi il 3,60%.
Se l’inflazione italiana nel medio-lungo periodo dovesse attestarsi intorno al target BCE del 2%, il BTp a 10 anni ci esiterebbe un rendimento reale positivo. E, cosa non meno importante, già nel corso della durata dell’investimento la sola cedola netta ci consentirebbe di più che coprire la perdita del potere di acquisto.