Siete piccoli risparmiatori e avete liquidità in banca, ma non sapete se investire a breve o lungo termine sul mercato obbligazionario? La prima domanda a cui dovreste rispondere sarebbe la seguente: tra quanto mi servirà il capitale investito? E dopodiché dovreste farvene un’altra: se sorgessero difficoltà impreviste anche di scarsa entità, potrei avere bisogno di disinvestire?
Superata questa fase per così dire “personale”, per capire se dovremmo investire a breve termine o meno dovremmo scrutare le condizioni del mercato.
Investire a breve termine con tassi bassi
Non solo. Se ho acquistato obbligazioni al 2% per 10 anni e i rendimenti decennali sono saliti successivamente al 5%, praticamente sto perdendo anche la possibilità di guadagnare di più comprando obbligazioni maggiormente fruttifere (rischio di reinvestimento). Se volessi farlo, dovrei vendere le obbligazioni acquistate al 2%, ma a prezzi nel frattempo divenuti più bassi, cioè subendo perdite. Dunque, quando i tassi sono bassi, dovrei investire a breve termine sui bond. In questo modo, ridurrò le perdite accusabili con il rialzo dei tassi e potrò approfittarne acquistando titoli più redditizi quando arriveranno a scadenza quelli posseduti.
Viceversa, quando i tassi sono alti. A quel punto, sono elevate le probabilità che scendano. Dunque, meglio investire a lungo termine e mettere in saccoccia gli alti rendimenti vigenti sul mercato. Chiaramente, i debitori si comporteranno in maniera speculare: tenderanno a farsi prestare denaro a lungo quando i tassi sono bassi e a breve quando sono alti.
Peccato che in una fase come questa, i tassi non solo siano bassi, ma perlopiù nominalmente negativi sul tratto a breve e medio termine. Questo significa perdere parte del capitale alla scadenza, a maggior ragione con un’inflazione così elevata. Ecco perché il mercato è stato costretto a spostarsi sul tratto più lungo della curva negli ultimi anni, esponendosi come non mai al rischio tassi.