Chi ha scommesso sui bond sudafricani subito dopo le elezioni politiche di fine maggio scorso, adesso può dirsi soddisfatto. Sono stati mesi positivi per Pretoria sui mercati finanziari. I rendimenti sovrani sono scesi, il cambio si è rafforzato e la borsa è salita. Le stesse prospettive di crescita, pur restando modeste, stanno migliorando. Un mezzo miracolo, se si considera anche che non si registrano blackout da circa sei mesi. Che cosa sta succedendo di così clamoroso? In Sudafrica c’è stata una svolta politica inattesa.
Bond sudafricani in rialzo con svolta politica
Il presidente Cyril Ramaphosa è stato rieletto per un secondo mandato di cinque anni. Ha rifiutato di allearsi con i partiti alla sua sinistra, mentre ha fatto entrare nel governo esponenti del centro-destra, fino a pochi mesi fa visti come espressione della minoranza bianca. I mercati hanno festeggiato, perché il nuovo esecutivo ha un’impostazione molto più favorevole al business del precedente. E così i bond sudafricani in valuta locale e scadenza febbraio 2035 con cedola 8,875% (ISIN: ZAG000125972) sono saliti del 15% dalle elezioni ad una quotazione di 93 centesimi. Nel frattempo, il cambio contro l’euro ha guadagnato il 3,5% e la cedola effettiva è stata in questi quattro mesi e rotti di circa il 3,65%. Guadagno complessivo: 22%!
Anche i bond sudafricani in dollari hanno esibito un’ottima performance. La scadenza del giugno 2030 con cedola 5,875% (ISIN: US836205AY00) ha segnato una crescita prossima al 7,5%, portandosi sopra la pari. Il suo rendimento scende sotto il 5,85%. Proprio in considerazione del cambiamento politico in corso, sono possibili ulteriori rialzi. Il cambio contro il dollaro segna un +5,4% dal giorno delle elezioni, mentre il principale indice azionario della borsa guadagna il 10% tondo.
Tassi giù, rating ancora bassi
Gli investitori stranieri starebbero lentamente tornando a guardare all’economia emergente dopo anni di delusione profonda. E così, la banca centrale ha potuto iniziare a tagliare i tassi di interesse dall’8,25% all’8% senza temere contraccolpi sul rand. Con un’inflazione scesa in agosto al 4,4% e le grandi banche centrali a tagliare anch’esse i tassi, il costo del denaro potrà proseguire la discesa nel medio termine. Ciò avvantaggerà proprio i bond sudafricani in valuta locale.
Certo, i rating restano molto bassi: BB- per S&P e Fitch, Ba2 per Moody’s. Tornare in area “investment grade” sarà possibile con upgrade per almeno due gradini da parte di una delle agenzie principali. Qualche annuncio in tale direzione dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, man mano che le riforme del governo saranno varate. Fitch ha alzato le stime di crescita per il prossimo quinquennio all’1%. Pochissimo, ma migliori delle precedenti. Nel frattempo, il deficit pubblico ha sfiorato il 5% nell’esercizio fiscale passato, mentre il debito a giugno sfiorava l’80% del Pil.
Verso liberalizzazione dei visti
La buona notizia è che le riserve valutarie sono risalite ai massimi dal 1998, sopra 63 miliardi di dollari. Ingente il debito estero, pari a 158 miliardi, di cui il 30% a breve termine. Proprio in queste ore il ministro dell’Interno, Leon Schreiber, esponente bianco dell’ex opposizione, ha presentato la sua riforma per la liberalizzazione dei visti in favore di lavoratori stranieri e turisti. Il Sudafrica è molto severo sul tema. Difficile per gli africani dal resto del continente di visitare il Paese, così come per i cittadini asiatici. Anche se si è muniti di un’offerta di lavoro si possono dover aspettare anni prima di essere autorizzati all’ingresso.
Schreiber sostiene che prima della nascita del nuovo governo vi fossero 362 mila permessi pendenti anche da anni, di cui il 62% già smaltito potenziando il personale e attraverso gli straordinari. La liberalizzazione dei visti punta a potenziare il turismo da un lato e ad attirare lavoratori stranieri con elevate competenze. Entrambi contribuiranno positivamente alla crescita economica. La carenza di “skills” tra i lavoratori locali è un freno principale allo sviluppo, concausa di un tasso di disoccupazione che riguarda un sudafricano su tre.
Bond sudafricani scommessa con riforme del governo
I bond sudafricani possono essere un buon investimento per il futuro, a patto di avere chiari anche i rischi. Il nuovo governo sta entusiasmando i mercati, ma è nato improvvisato, privo di una reale piattaforma programmatica comune. L’ANC è stato costretto ad allearsi per rieleggere Ramaphosa. Ciò detto, le elezioni hanno segnato uno spartiacque. La politica ha preso atto della diffusa domanda di cambiamento. Lavoro, sicurezza e fine dei blackout elettrici le urgenze più avvertite. I mercati guardano anche al risanamento fiscale e alle riforme nel senso di una maggiore libertà economica e apertura agli investimenti stranieri. Prematuro per fare bilanci. Il primo vero test sarà a fine mese, quando il ministro delle Finanze, Enoch Godongwana, terrà il primo discorso alla nazione sul bilancio di medio termine.