Investire in salute: i bond Sanofi sono più sicuri dei BTP

Il noto gruppo farmaceutico francese colloca con successo obbligazioni in euro per 1 miliardo. Rendimento finale: 2%. Il grado di affidabilità è nettamente superiore a quello dei nostri titoli di stato
11 anni fa
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Sulla lunghezza temporale di sette anni, Sanofi rende il 2%. I BTP 4,50% 2020 rendono invece il 3,75%. Una bella differenza, non c’è che dire, anche perché da una parte abbiamo un titolo farmaceutico corporate francese, mentre dall’altra un titolo di stato della terza economia continentale. La stampa e molti analisti continuano a sostenere che i titoli pubblici italiani siano sicuri, più sicuri rispetto a un anno fa, ma il mercato sembra dare un giudizio diverso. E così vale per tante altre obbligazioni che si mettono a paragone con i titoli corporate italiani o di altri stati europei.

Cosa succede quindi? Succede che non è vero che il debito pubblico italiano sia così affidabile come si dice, mentre le multinazionali di grandi dimensioni hanno avuto modo, nonostante la crisi internazionale, di offrire maggiori garanzie e grado di affidabilità. A testimonianza di ciò vi sono i giudizi degli analisti delle agenzie di rating che confermano per Sanofi un giudizio vicino ai massimi livelli (AA per Standard & Poor’s e A1 per Moody’s), mentre il debito pubblico italiano si attesta a un passo dal livello “spazzatura” come si suole dire in gergo (BBB).

 

Obbligazioni Sanofi 1,875% 2020, caratteristiche e dettagli

 

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Il gruppo farmaceutico francese ha annunciato di aver collocato sul mercato dei capitali una nuova obbligazione in euro da 1 miliardo. Il bond è stato prezzato presso investitori istituzionali a 99,197 per un rendimento lordo a scadenza del 2% a fronte di una cedola annua del 1,875% che verrà staccata il 4 settembre fino al 2020. Il titolo (Isin  FR0011560333)sarà negoziabile per tagli da 100.000 euro nominali con multipli aggiuntivi di 1.000 euro presso la borsa del Lussemburgo e sul mercato EuroNext di Parigi, nel frattempo è possibile acquistarlo sul mercato non regolamentato Otc (over the counter). Lo scopo dell’emissione – spiega la società in una nota – è quello di assicurare la liquidità necessaria per fronteggiare scadenze debitorie in essere e per rifinanziarne altre, come il bond da 1,5 miliardi di dollari Sanofi 2,625% 2016 (isin US80105NAD75) il cui rendimento è ormai sotto l’1%.

Il titolo è stato sottoscritto in particolare da grossi fondi d’investimento e compagnie assicurative attive nel ramo vita che investono soprattutto in titoli “investment grade” e con scadenze temporali medio-lunghe. Per un investitore retail – osserva Marco Fabius di BNP Paribas – il titolo offre indiscutibili garanzie di solidità, decisamente superiore agli strumenti finanziari pubblici italiani o delle migliori banche, e può essere una valida alternativa ai classici fondi d’investimento. Ovviamente i ritorni non sono generosi, anzi, detratti i costi commissionali e le tasse, non si recupera nemmeno il tasso di inflazione. A questi prezzi, comunque, il nuovo bond di Sanofi potrebbe offrire spunti rialzisti anche perché il rendimento dell’altra obbligazione in euro quotata e quasi di pari durata, Sanofi 4,125% 2019 (Isin XS0456451771) rende l’1,75%, quindi meno di quella appena emessa.

 

Il gruppo farmaceutico Sanofi in sintesi

 

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Sanofi, gruppo farmaceutico francese e leader europeo del settore con un giro d’affari da oltre 30 miliardi di euro, è stato creato nel 2004 dalla fusione di Sanofi-Synthélabo e di Aventis. Fino al Maggio 2011 la società era conosciuta con il nome Sanofi-Aventis, Sanofi è oggi leader diversificato della salute a livello globale, ricerca, sviluppa e distribuisce soluzioni terapeutiche focalizzate sui bisogni dei pazienti. La società ha un nucleo consolidato di competenze nel settore salute con un’offerta che copre a 360 l’ambito salute: soluzioni per la gestione del diabete, farmaci etici, vaccini, farmaci innovativi, consumer healthcare, farmaci equivalenti con Zentiva, salute animale con Merial e malattie genetiche rare con Genzyme. Più in dettaglio, il gruppo è concentrato su sette assi terapeutici principali: cardiovascolare, trombosi, sistema nervoso centrale, oncologia, malattie metaboliche, medicina interna e vaccini (Sanofi Pasteur) e in questi settori produce alcuni tra i più famosi medicinali.

La società ha filiali in cinque continenti e risulta essere la prima compagnia farmaceutica in Europa e una delle più grandi al mondo[2] (di seguito a Pfizer, Bristol-Myers Squibb e GlaxoSmithKline). In Italia, Sanofi è la prima realtà industriale farmaceutica a livello nazionale, con oltre 2.500 collaboratori, di cui la metà circa nei sei stabilimenti produttivi presenti sul territorio.

 

Sanofi, uno sguardo ai conti semestrali 

Il gruppo farmaceutico ha chiuso il secondo trimestre con un utile adjusted di 1,48 miliardi di euro, in calo del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli analisti avevano atteso profitti per 1,76 miliardi. La società ha peggiorato le previsioni per l’intero esercizio. Sanofi punta ora a chiudere il 2013 con un utile in calo tra il 7% e il 10%, In precedenza era atteso un calo del 5%. [fumettoforumright]I risultati economici di Sanofi, relativi al primo trimestre 2013, fanno registrare una momentanea battuta d’arresto fisiologica, in base all’analisi del Chief Executive Officer, e pertanto destinata a trasformarsi in una nuova crescita nel secondo semestre di quest’anno. “Come previsto – dice Christopher A. Viehbacher – la perdita dell’esclusiva su Plavix, Avapro ed Eloxatin nel corso del 2012 negli Stati Uniti ha avuto un impatto negativo sui risultati del primo trimestre. Ad ogni modo, le nostre piattaforme di crescita continuano a produrre risultati forti con l’area diabete, i vaccini e la nostra Genzyme: tutti settori che hanno ottenuto crescite a due cifre. Le primissime tendenze a seguito dei lanci di Aubagio e Auvi-Q negli Stati Uniti sono incoraggianti; in UE, assicurate le approvazioni per Lyxumia, Zaltrap e Hexyon, e ricevuto parere positivo del CHMP dell’Ema per Aubagio. Inoltre, siamo in trepidante attesa dei risultati di Fase III, attesi entro quest’anno, su diversi progetti presenti nella nostra pipeline, tra cui la nuova formulazione di insulina con glargine e alirocumab. Il Gruppo prevede quindi di riprendere la crescita nel secondo semestre del 2013”.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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