Investire nel whisky conviene più dell’oro e del petrolio? Secondo un’analisi di Bloomberg sembrerebbe proprio di si. Anche il Whisky highland investment grade scotch index sostiene questa tesi in quanto alcuni single malt hanno generato guadagni dal 2008 al 2014 del 440%. L’oro, invece, solo del 53%.
Investire nel whisky conviene più dell’oro del petrolio?
Sembrerebbe che investire nel whisky generi buone entrate. Ovviamente prima di tentare un investimento in questo settore, è necessario studiare con ATTENZIONE il mercato di riferimento e diversificare il proprio portafoglio.
Come detto, nei 6 anni su indicati alcuni single malt hanno generato guadagni del 440% . Dietro a tale dato ci sarebbe un aumento della domanda (soprattutto da parte del mercato asiatico) e dell’offerta legata alla nascita di tante micro-distillerie in tutto il mondo.
Ma se per il vino può sembrare più semplice diventare investitori, avventurarsi nella giungla dei distillati sembra più difficile. Forbes.it ha chiesto quindi a degli esperti del settore come Daniele Cancellara che è uno dei bartender più ferrati in questa materia. Quest’ultimo comunica che il principio dovrebbe essere semplice: comprare bottiglie di whisky raro/edizione limitata e poi rivenderle nel futuro ad un prezzo più alto. La realtà però, spiega Cancellara, è più complessa in quanto l’offerta di quello d’annata è sempre minore per cui i collezionisti si contendono le aste a suon di euro pur di accaparrarsele. Investire quindi nel mondo del whisky oggi potrebbe significare scommettere su distillerie emergenti come le londinesi Bimber. Queste sono nate da poco ma il loro whisky è già molto ricercato dai collezionisti così come la distilleria irlandese Teeling.
Quindi in base alla propria disponibilità economica e alla somma che si vuole investire si potrebbe provare questa strada senza farsi troppo male.
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