Negli ultimi 12 mesi è riuscita a contenere le perdite contro il dollaro al 6,5%, mentre dall’inizio di settembre guadagna l’1,8%. E’ la rupia indiana, che in questi mesi sembra avvantaggiarsi dall’ottima performance dell’economia in India, unica tra i mercati emergenti a vivere un’accelerazione della crescita, quando gli altri si contraggono per via della crisi delle materie prime e del rallentamento della Cina.
Inflazione India centra già target RBI
Il cambio tra rupia indiana e dollaro è oggi pari a 60,51, sostanzialmente agli stessi livelli di 2 estati fa, quando iniziò il mandato come governatore della Reserve Bank of India Raghuram Rajan, prima economista dell’FMI, che previde la crisi finanziaria del 2008.
Distintosi per la sua lotta serrata contro l’inflazione e disponendo allo scopo di un’ampia autonomia rispetto alla sfera politica, Rajan sostiene adesso che la rupia potrebbe diventare il prossimo investimento sui mercati del cambio. A febbraio, aveva messo in guardia le società indiane dall’indebitarsi in dollari, avvertendole che avrebbero registrato tensioni con le scadenze, se il biglietto verde si rafforzasse in seguito al rialzo dei tassi USA. Grazie al tracollo dei prezzi energetici, l’
inflazione è scesa tra il 5% e il 5,5% su base annua, mentre i prezzi alla produzione sono in calo, tali da fare prevedere un’ulteriore decelerazione nei prossimi mesi in India. Di fatto, è già stato centrato il target di un’inflazione al 6% entro il gennaio 2016, mentre adesso la RBI si sta concentrando nel perseguire il 5% entro il gennaio del 2017. Sembra lontana l’estate del 2013, quando una bufera finanziaria colpì la rupia e provocò ripercussioni negative sull’inflazione.