Investire nelle obbligazioni dei muletti Kion

Il gruppo tedesco è in forte espansione ed è leader mondiale nella produzione di carrelli elevatori. Rendimenti interessanti per le obbligazioni in euro appena emesse
12 anni fa
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Con più di 4,3 miliardi di fatturato nel 2011, la tedesca Kion si è posizionata al primo posto nel mondo come costruttore di carrelli elevatori. Si tratta di un business di nicchia, ma molto promettente considerata la crescita della domanda proveniente dalla Cina e dal Sud America. Al secondo posto, quasi a pari merito per ricavi, si colloca la giapponese Toyota Industries e, a seguire, la svizzera Jungheinrich con 2,3 miliardi di euro di fatturato realizzato nel 2011. Kion ha oltre 100 anni di esperienza, 22.000 addetti in tutto il mondo e sta orientando la propria produzione soprattutto verso la Cina, con la quale nel 2009 ha costituito una joint venture per la costruzione di carrelli elevatori direttamente nella zona di Shangai e allo scopo di compensare il rallentamento delle vendite causato dalla crisi economica europea.

Il successo dell’operazione ha poi condotto Pechino a investire nel gruppo industriale tedesco qualcosa come 700 milioni di euro, tramite la China’s Shandong Heavy Industries, in cambio di una partecipazione del 25% nel capitale sociale. Ma fra gli oltre 1.200 punti vendita sparsi per il mondo, figurano anche quelli in Brasile e nel sud est asiatico aperti da poco, zone che la ditta tedesca si prefigge di presidiare per sfruttare al meglio la crescita economica di queste aree geografiche in forte sviluppo. I suoi marchi più diffusi e consciuti sul mercato sono: Still, Fenwick, Linde, Baoli e Voltas

 

La crescita impetuosa di Kion Group nel mondo

Dal punto di vista finanziario, Kion sta macinando risultati considerevoli, nonostante la crisi finanziaria europea. Il portafoglio ordini continua a salire sfiorando  al 30 settembre 2012 i 3,5 miliardi di euro (+0,6%) corrispondenti a 107 mila nuovi carrelli elevatori da consegnare, mentre i ricavi dei primi nove mesi dell’anno si sono attestati a 3,44 miliardi (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2011). Il gruppo Kion –come si può notare dai report finanziari – ha quindi battuto ogni previsione sovraperformando il mercato che a livello globale ha registrato un calo generale della domanda del 2,9%.

L’ebitda è cresciuto di oltre il 22% nei primi nove mesi del 2012 a 319 milioni di euro a fronte di un margine operativo del 9,3% (1,1% nel 2011). La buona posizione di cassa e le più che positive aspettative di crescita per i prossimi trimestri, hanno permesso a Kion di consolidare anche la propria posizione debitoria attraverso il collocamento di nuove obbligazioni in euro. E solo pochi giorni fa gli analisti di Moody’s hanno cambiato l’outlook del gruppo da stabile a positivo (B2) stimando che il rapporto debito netto/ebitda scenda al di sotto del 7 x nell’arco dei prossimi 8 mesi.

 

Obbligazioni estere: il bond Kion Finance 8.5%

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Già presente con due emissioni in euro ad alto rendimento, Kion ha appena collocato sul mercato tramite la controllata Kion Finance un altro bond da 350 milioni riscontrando un ampio successo fra gli investitori istituzionali. I fondi hanno fatto così a gara per aggiudicarsi almeno un lotto delle nuove obbligazioni Kion Finance S.A. quotate sulla borsa del Lussemburgo. Il titolo obbligazionario (XS0889217716), negoziabile per tagli minimi da 100.000 euro, paga una cedola del 6,375% su base semestrale fino al 2020 e non è richiamabile anticipatamente prima del 2016. Il rating attribuito dall’agenzia internazionale S&P è B, mentre per Moody’s è B2 con impliczioni postive. Kion Finance è presente sul mercato anche con altre due importanti emissioni in euro, una a tasso fisso e l’altra a tasso variabile lanciate due anni fa e con scadenza 2018. La prima (XS0889217716) offre una cedola semestrale del 7,875% e viene al momento scambiata intorno a 106%, come da immagine a fianco, per un rendimento finale a scadenza del 6,60%, mentre la seconda (XS0616442298) paga una cedola trimestrale variabile calcolata in Euribor 3M + 4,25% e prezza 98% del nominale. Anche in questo caso la negoziazione dei titoli è per un ammontare minimo di 100.000 euro.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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