ISEE 2024 senza titoli di stato, un danno che può costare fino a 25 euro

L’INPS ha detto che l’eliminazione dall’ISEE dei titoli di Stato non è immediata. Una posizione questa che fa danno alle tasche dei contribuenti
11 mesi fa
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“Dai la cera, togli la cera!”

La celebre frase del film “The Karate Kid”. Agli appassionati del cinema più giovani forse non dice nulla, ma ai meno giovani, probabilmente ricorderà tanto.

Metti titoli di Stato, togli titoli di Stato!

Ebbene questa frase, invece, è attualissima e tutti la possiamo memorizzare. Non ci troviamo questa volta in una sala cinematografica o davanti alla TV ma ci troviamo dal CAF, dal Patronato o dal Commercialista a cui si rivolgiamo per avere l’ISEE 2024.

Sì perché il legislatore, nella legge di bilancio 2024, ha detto che nell’ISEE non ci vanno più i titoli di Stato, i libretti di risparmio e i buoni fruttiferi postali. Però poi l’INPS ha detto che, fino a quando non si modificherà il regolamento ISEE, i predetti beni andranno ancora dichiarati. Solo dopo la modifica del regolamento tali beni si potranno togliere dall’ISEE.

Quindi, chi oggi, 17 gennaio 2024, va a fare l’ISEE deve indicare comunque i menzionati beni. Quando poi sarà modificato il regolamento, potrà tornare dal CAF per farseli scorporare e ottenere il ricalcolo dell’ISEE stesso. Ed è difficile pensare che questa cosa possa essere fatta in maniera automatica.

Metti i titoli di Stato e togli i titoli di Stato!

Il tutto non è certamente immune da conseguenze per il contribuente. Un danno anche per le proprie tasche.

Perché la novità non si applica subito

Volendo andare con ordine, la legge di bilancio 2024 ha stabilito che non devono essere più indicati nella DSU (dichiarazione sostitutiva unica), presentata per avere l’ISEE:

  • i titoli di Stato;
  • i libretti postali;
  • i buoni fruttiferi postali.

L’uscita di scena è per un valore fino a 50.000 euro complessivi.

Dal Ministero del Lavoro è stato detto (come dice la legge di bilancio 2024) che l’entrata in vigore di questa novità è subordinata all’approvazione delle modifiche del regolamento ISEE (DPCM n. 159 del 2013).

A seguito di questo chiarimento, l’INPS (Messaggio n. 165/2024) ha detto a sua volta che fino a quando tale modifica non ci sarà, tutto resta confermato come prima. Quindi, per adesso tutti i titoli di Stato, libretti postali e buoni postali devono essere indicati nella DSU a prescindere dal loro valore complessivo.

Solo quando saranno fatte le citate modifiche al regolamento ISEE, allora gli stessi beni si potranno scorporare.

ISEE senza titoli di Stato, il danno alle tasche dei contribuenti

Uno scorporo che, come detto, difficilmente sarà fatto in maniera automatica, costringendo i contribuenti a tornare al CAF. Al ritorno, il CAF dovrà rifare l’ISEE eliminando detti beni. Ebbene, in tal caso il CAF stesso potrà chiedere al contribuente il pagamento di un compenso fino a 25 euro.

Se, infatti, la prima DSU presentata dal contribuente è, per legge, totalmente gratuita, è stabilito che dal 1° ottobre 2023, l’assistenza svolta dai CAF nella presentazione di DSU/ISEE successive alla prima, prive di variazione del nucleo familiare, sarà esclusa dalla gratuità del servizio con onere a carico del cittadino nella misura massima di 25,00 euro.

Dunque, il secondo ISEE fatto nello stesso anno non è più gratuito, salvo il caso in cui, rispetto al primo, ci sia una variazione del nucleo familiare.

E io pago…! (Totò)

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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