L’ISEE è il certificato che ogni famiglia che deve richiedere una prestazione assistenziale, un bonus o un’agevolazione, deve necessariamente avere in corso di validità. Cosa significa avere un ISEE in corso di validità? Significa aggiornarlo secondo quanto prevede la normativa in vigore ogni anno. Il 31 dicembre, l’ISEE che i contribuenti hanno ottenuto dopo aver presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) nel 2024 va in scadenza. In alcuni casi, alcune prestazioni percepite godono di una sorta di salvaguardia per il mese di gennaio 2025, cioè vengono comunque pagate in base all’ISEE scaduto.
Ma rinnovare l’ISEE quanto prima, adeguandolo alle novità del 2025, è fondamentale per le nuove eventuali domande da presentare, per le quali l’ISEE 2024 non vale più, e per continuare a percepire ciò che già si riceve nel corso del nuovo anno.
“Buongiorno, sono una madre single di due figli. Nel 2024, da febbraio, ho preso l’Assegno di Inclusione. Il mio ISEE era di 1.300 euro e pertanto ho percepito il sussidio. Adesso però ho paura di perderlo. Se non sbaglio, l’ISEE 2025 dovrà indicare i redditi del 2023, ed io ho lavorato per alcuni mesi durante la stagione invernale e poi ho preso due mesi di Naspi. Sono soldi che fanno impennare il mio reddito e credo di superare i 6.000 euro di limite imposti dall’Assegno di Inclusione. Come posso ovviare?”
ISEE 2025, cosa cambia e cosa bisogna fare subito in vista di gennaio
L’ISEE è l’acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente di un nucleo familiare. È quel certificato con cui lo Stato o un altro ente che deve erogare una prestazione agevolata, assistenziale o un bonus, utilizza per delineare in maniera più certa e approfondita lo stato di bisogno di un nucleo familiare, molto meglio del semplice reddito di una famiglia estrapolato dalle dichiarazioni dei redditi dei componenti della stessa.
Detto questo, è evidente che ogni bonus ed ogni agevolazione, se sono collegate all’ISEE, richiedono un ISEE in corso di validità. In genere, l’ISEE vale fino al 31 dicembre dello stesso anno di presentazione della DSU. E per quelle del 2024, le Dichiarazioni Sostitutive Uniche scadono il 31 dicembre prossimo.
Ecco le regole per non rischiare di perdere le agevolazioni di cui si ha diritto
L’ISEE 2024 faceva riferimento a redditi e patrimonio dei componenti il nucleo familiare relativi all’anno di imposta 2022. Significa che l’ISEE guarda ai due anni precedenti, e questo è sicuramente una sorta di anomalia del meccanismo, perché così si corre il rischio di non intercettare la reale situazione attuale di una famiglia.
L’esempio della nostra lettrice è lampante perché, di fatto, lei nel 2024 ha vissuto una situazione di grave crisi economica, finendo con il rientrare, in base all’ISEE e alla componente reddituale-patrimoniale del 2022, nell’Assegno di Inclusione. Una condizione che sicuramente vivrà anche nel 2025, ma il cui Assegno di Inclusione viene messo a rischio dal fatto che nel 2023, anno di riferimento della componente reddituale-patrimoniale dell’ISEE 2025, la sua situazione era migliore rispetto agli anni precedenti e agli anni successivi.
ISEE 2025, cosa conviene fare subito?
Per ottenere un ISEE 2025 in corso di validità, dando per scontato che chi era tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi ha completato l’adempimento 2024 riferito al 2023, occorrerà munirsi dei certificati di Poste Italiane o delle banche dove i contribuenti hanno depositi, strumenti di credito e così via. Servono il saldo e la giacenza media di conti correnti, carte, buoni e altri titoli di deposito, ma aggiornati al 31 dicembre 2023, dati di cui gli istituti di credito hanno già i consuntivi di fine anno 2023.
Ed è evidente che, in queste condizioni, un contribuente come la nostra lettrice farebbe bene a munirsi già di questi documenti.
Ecco perché l’ISEE corrente va aggiornato più volte in un anno
Anche se, per esempio, l’Assegno di Inclusione come l’Assegno Unico sui figli a carico a gennaio gode della salvaguardia. Nel senso che anche senza un ISEE 2025 in corso di validità la prestazione a gennaio sarà comunque versata, è meglio fare le cose immediatamente. Soprattutto per chi, come la nostra lettrice, contestualmente alla presentazione della DSU per l’ISEE ordinario deve provvedere a presentare la dichiarazione per l’ISEE corrente.
Chi ha subito variazioni significative del proprio reddito tra il 2023 e l’attualità può, dopo aver presentato la DSU per l’ISEE e aver ottenuto la certificazione, presentare la richiesta di ISEE corrente. In questo caso, la nostra lettrice a inizio gennaio dovrebbe presentare la DSU, ottenere l’ISEE ordinario che per reddito rischia di incidere sul diritto all’Assegno di Inclusione o sull’importo percepito dalla stessa, e poi passare all’ISEE corrente.
In questo modo, nell’ISEE scomparirebbero quei redditi da lavoro stagionale e Naspi che minano il sussidio. Va ricordato che l’ISEE corrente, a differenza dell’ISEE ordinario, vale solo 6 mesi. In pratica non scade il 31 dicembre 2025 ma dopo 6 mesi dalla sua richiesta. Quindi, la lettrice dovrà segnare sul calendario la scadenza dell’ISEE corrente. In modo tale da aggiornarlo di nuovo non appena scadono i 6 mesi di validità. Questo per percepire l’Assegno di Inclusione anche nel 2025, sempre se spettante anche oltre i 18 mesi di sua validità.