Per l’ISEE del 2025, che molti contribuenti e molte famiglie stanno già provvedendo a rinnovare, cambia qualcosa rispetto al 2024? Questa è una delle domande più comuni in questo periodo. Perché avere un ISEE in corso di validità è fondamentale per qualsiasi famiglia che voglia richiedere una prestazione basata su tale indicatore.
Parliamo di bonus e agevolazioni. Ma anche di misure come l’Assegno di Inclusione o l’Assegno Unico e Universale per i figli fino a 21 anni di età.
Ormai da anni, l’ISEE ha assunto un’importanza persino superiore alla dichiarazione dei redditi.
Ci sono novità di recente introduzione da parte del governo nella legge di Bilancio, ci sono novità strutturali dell’ISEE dovute all’aggiornamento annuale dei dati reddituali e patrimoniali, e infine ci sono novità rivoluzionarie già previste, ma non ancora in vigore. Adesso vedremo nel dettaglio di cosa si tratta.
ISEE 2025, ecco le novità e cosa cambia rispetto al 2024
La grande novità introdotta dalla legge di Bilancio del 2025 è l’esclusione delle somme che una famiglia percepisce come Assegno Unico per i figli sotto i 21 anni dal calcolo dell’ISEE. In pratica, gli emolumenti percepiti dalle famiglie come Assegno Unico Universale per i figli a carico fino a 21 anni non concorreranno più alla formazione dell’ISEE.
Di conseguenza, le famiglie avranno un ISEE più basso. Tuttavia, questa agevolazione non varrà per tutte le misure. Infatti, la novità avrà effetto soltanto per il bonus asilo nido e per il bonus nascite o bonus mamma.
Parliamo del bonus che le famiglie con figli al nido utilizzano già da anni (e che la legge di Bilancio ha deciso di potenziare come importo), e del bonus nascite di recente introduzione, che nel 2025 riconoscerà 1.000 euro al mese alle famiglie che avranno una nuova nascita, purché abbiano un ISEE inferiore a 40.000 euro.
Escluso l’Assegno Unico Universale dall’ISEE 2025, ma come?
Proprio grazie all’esclusione dell’Assegno Unico Universale dal calcolo dell’ISEE, sarà più semplice centrare tali misure. La novità è stata introdotta per evitare che, a causa dell’Assegno Unico Universale (che è una prestazione dedicata ai figli), gli interessati perdano il diritto a un’altra prestazione, anch’essa collegata ai figli.
Prima abbiamo menzionato le novità strutturali dell’ISEE, che riguardano il fatto che da un anno all’altro l’ISEE cambia riferimenti patrimoniali e reddituali. Per la DSU e l’ISEE 2024, i riferimenti erano l’anno fiscale e di imposta 2022. Per la versione 2025 dell’ISEE, invece, i riferimenti saranno quelli del 2023. Ne consegue che, per molti, l’ISEE come importo potrebbe cambiare radicalmente.
Libretti, buoni e titoli di Stato, ecco cosa potrebbe cambiare
Ma forse la novità più importante — che però non è ancora attiva — riguarda un intervento normativo introdotto dalla legge di Bilancio precedente a quella appena varata. Ovvero la manovra di fine 2023, entrata in vigore nel 2024.
Ci riferiamo alla misura secondo cui verrebbero esclusi dal calcolo dell’ISEE i titoli di Stato (come Bot e Btp) o i buoni fruttiferi postali. E anche i libretti postali fino a 50.000 euro di dotazione.
Un intervento del genere potrebbe servire ad abbassare in modo notevole il valore del patrimonio mobiliare, che spesso finisce con l’ostacolare l’accesso ad alcune prestazioni e alcuni bonus per le famiglie. Oltre a pesare sul calcolo dell’ISEE, infatti, le dotazioni del patrimonio mobiliare sono spesso inserite come requisito in varie misure. Come, ad esempio, il vecchio Reddito di Cittadinanza o l’Assegno di Inclusione).