Qualcuno ha parlato di disservizio, trattandosi di un servizio pubblico; altri di problemi di elaborazione delle attestazioni; altri ancora di caos. Stiamo parlando dell’ISEE 2025, il documento necessario alle famiglie per accedere a qualunque prestazione assistenziale, bonus o agevolazione oggi in vigore. Anche a noi, in redazione, giungono segnalazioni e richieste di approfondimento su una situazione che riteniamo piuttosto diffusa.
I contribuenti presentano la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per rinnovare l’ISEE. Solo che, rispetto agli anni passati, oggi per ottenere l’attestazione ISEE 2025, la quale serve per partecipare a bandi, misure e agevolazioni (poiché non basta aver presentato la DSU), trascorrono molti più giorni.
C’è chi, dopo due settimane dalla data di presentazione della DSU al CAF, si trova ancora senza attestazione. E la preoccupazione aumenta. In effetti, è vicina una scadenza fondamentale per ricevere l’importo esatto dell’Assegno Unico spettante. Poiché l’Assegno Unico è una misura a larga diffusione – interessa moltissime famiglie – il rischio di un vero e proprio caos si fa sempre più concreto.
ISEE 2025, i ritardi dell’INPS e perché c’è chi rischia l’Assegno Unico
Ci sono contribuenti che si rivolgono al CAF lamentando i tempi di attesa per l’attestazione dell’ISEE 2025. Altri, invece, contattano il contact center INPS per avere chiarimenti sullo stesso problema. Fatto sta che migliaia di famiglie che hanno presentato la DSU tra la fine di gennaio e i primi di febbraio si ritrovano ancora senza l’attestazione.
Alcuni possono aspettare, perché utilizzeranno l’ISEE in futuro per misure o prestazioni da richiedere nei prossimi mesi. Ma altri – come dicevamo – hanno ormai meno di 15 giorni per completare il rinnovo dell’ISEE e calcolare l’Assegno Unico in maniera adeguata.
Ricordiamo che, per rinnovo ISEE, si intende la procedura completa: dalla presentazione della DSU fino al rilascio effettivo dell’attestazione.
Perché l’ISEE 2025 viene attestato anche dopo 10 giorni adesso?
L’INPS ha confermato alcune difficoltà, seppure non ufficialmente. Difficoltà come, ad esempio, l’impossibilità di gestire tutte le richieste pervenute, la cui mole appare impressionante. Troppe DSU in contemporanea? Se la causa fosse davvero questa, la situazione si era già presentata negli anni scorsi, eppure non si erano riscontrati ritardi così evidenti. Evidentemente, qualcosa non funziona a dovere.
È comunque inutile lamentarsi con CAF, patronati e professionisti, poiché non hanno alcuna colpa: fanno da tramite tra il cittadino e l’INPS. Ed è altrettanto inutile chiamare il numero verde dell’INPS: gli operatori potranno solo ribadire che bisogna attendere e che la pratica risulta “sottoscritta in attesa di dati”.
ISEE 2025, DSU, versione precompilata e utilizzo CAF e Patronati
Chi ha presentato la DSU in versione precompilata, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, nella maggior parte dei casi ha già ricevuto l’attestazione e dispone di un ISEE 2025 in corso di validità. Anche se su alcuni siti si menziona il fatto che, perfino con la versione precompilata, si sono riscontrati ritardi, la nostra esperienza sul campo suggerisce il contrario.
A meno di anomalie, errori o difformità, chi ha gestito la procedura personalmente mediante le credenziali d’accesso ai servizi INPS non ha incontrato grandi ritardi.
Il problema riguarda, invece, l’elaborazione delle pratiche da parte dei professionisti. Inoltre, non si può imputare la causa alle modifiche introdotte dal governo sull’esclusione dei titoli di Stato dal patrimonio mobiliare, di cui avevamo già parlato. Si tratta di modifiche approvate ma non ancora applicate.
Attenti all’Assegno Unico, si rischia di prendere l’importo base adesso
Gli stessi intermediari confermano questi ritardi, manifestando preoccupazione. Specialmente alla luce del fatto che è lo stesso Istituto a invitare al rinnovo ISEE, necessario per percepire regolarmente alcune prestazioni. Su tutte, il citato Assegno Unico. Che i problemi siano di gestione interna all’INPS, oppure derivino da criticità legate alle banche dati da cui l’Istituto attinge (Agenzia delle Entrate, Agenzia del Territorio, etc.), importa poco. Il ritardo, ormai conclamato, rischia di penalizzare alcuni contribuenti.
Il termine per rinnovare l’ISEE è tra meno di 15 giorni. Altrimenti, a marzo, per l’Assegno Unico di quel mese, le famiglie sprovviste di attestazione prenderanno la quota minima di questo beneficio.
Entro il 28 febbraio, l’ISEE deve essere in corso di validità. E, come risaputo, sebbene l’erogazione dell’Assegno Unico non dipenda strettamente dall’ISEE, il suo importo varia in base a tale indicatore.
Senza un’attestazione valida o con un ISEE oltre 45.574,96 euro, spetta la cifra più bassa, pari a 57 euro al mese per figlio. Invece, con un ISEE fino a 17.090,61 euro, si può arrivare a circa 200 euro mensili a figlio. Tale importo, poi, scala progressivamente al crescere del valore ISEE, fino alla soglia minima sopra indicata.
Con un ISEE non ancora attestato, dunque, si rischia di percepire meno di quanto effettivamente si avrebbe diritto. Va sottolineato, però, che non tutto è perduto: qualora l’attestazione dovesse arrivare successivamente, ma comunque entro il 30 giugno 2025, nei primi pagamenti dell’Assegno Unico utili verranno recuperati tutti gli arretrati.