ISEE diversi vivendo sotto lo stesso tetto, ecco quando si può e quando invece è impossibile

Il nucleo familiare ai fini ISEE e come fare ad avere due ISEE diversi quando si vive sotto lo stesso tetto.
6 mesi fa
2 minuti di lettura
bonus isee
Foto © Licenza Creative Commons

Non scopriamo l’acqua calda, come si dice in questi casi, se sosteniamo che l’ISEE è diventato uno strumento importante, almeno quanto il modello 730, se non di più. Le famiglie che presentano annualmente la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) all’INPS per ottenere il loro Indicatore della Situazione Economica Equivalente sono sempre più numerose. L’accesso a prestazioni assistenziali, bonus e agevolazioni è sempre stata la principale motivazione che spinge le famiglie a richiedere l’ISEE, dato che si basa proprio sulla loro DSU.

Oggi, l’ISEE è necessario anche per accedere a prestazioni non strettamente assistenziali, come l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, una novità rispetto al passato quando, ad esempio, gli ANF (Assegni per il Nucleo Familiare) sui figli non richiedevano l’ISEE.

Il calcolo dell’ISEE prende in considerazione i redditi, i patrimoni e altre tipologie di risorse possedute dal nucleo familiare, oltre alla sua composizione. Pertanto, comprendere chi deve essere incluso nell’ISEE è essenziale per poter ottenere una valutazione corretta.

ISEE diversi vivendo sotto lo stesso tetto: ecco quando si può e quando invece è impossibile

Le famiglie atipiche, come quelle con genitori separati, affidamenti, conviventi, parenti o semplici coinquilini, spesso generano confusione riguardo all’ISEE. La domanda principale è: “Quali soggetti devono essere inclusi nella mia DSU?” La risposta si basa sulla normativa vigente, specificatamente l’articolo 3 del DPCM numero 159 del 5 dicembre 2013 e l’articolo 4 del DPR numero 223 del 30 maggio 1989, che regolano rispettivamente la determinazione e i campi di applicazione dell’ISEE e il nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente.

Genitori conviventi, non conviventi, separati o non separati e prole

L’accesso a prestazioni e bonus è spesso condizionato dal valore dell’ISEE. La presenza di un familiare in più o in meno nella dichiarazione può influenzare significativamente questo valore. Ad esempio, un familiare con propri redditi e patrimoni aumenta l’ISEE, mentre un disoccupato o un nullatenente lo diminuisce.

Questi fattori sono cruciali, dato che alcune misure hanno limiti così bassi che l’aggiunta di una persona nel nucleo familiare può decidere l’ammissibilità a un bonus. Il nucleo familiare considerato è quello registrato nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR). Anche se alcune situazioni particolari, come diverse residenze, possono influenzare la composizione dell’ISEE.

Ecco come regolarsi con DSU e ISEE e cosa bisogna capire per restare dentro le regole

I coniugi con la stessa residenza sono sempre parte dello stesso nucleo familiare, come i loro figli minori. Tuttavia, anche i coniugi con diverse residenze sono inclusi nella stessa DSU e ISEE. Salvo eccezioni come la separazione, la perdita della potestà genitoriale o provvedimenti giudiziari di allontanamento. È fondamentale, in caso di separazione, che i coniugi abbiano diverse residenze per essere considerati in ISEE separati.

Quando ci sono due stati di famiglia nella stessa casa

Avere due ISEE separati vivendo sotto lo stesso tetto è complesso. Nei casi di legami di parentela, come tra nonno e nipote, è difficile ottenere DSU separate. Per i soggetti non legati da vincoli di parentela o affettività, la separazione dei nuclei familiari e, di conseguenza, degli ISEE, può essere realizzata dichiarando al proprio Comune di dividere la casa senza avere alcun legame. Tuttavia, contravvenire alle regole può portare a conseguenze serie in caso di controllo. Soprattutto se l’ISEE errato ha portato all’ottenimento indebito di prestazioni che potrebbero dover essere restituite.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

imposta extraprofitti banche
Articolo precedente

Conti correnti e bonifici istantanei: commissioni economiche e basta spese da capogiro

Pensioni minime oltre 630 euro e grazie al TFR in pensione prima
Articolo seguente

Pensioni: Differenze tra Bonus Contributivo e Pace Contributiva