Isee: titoli di Stato e i libretti di risparmio vanno (ancora) dichiarati

Nonostante la legge di bilancio preveda l’esenzione fino a 50.000 euro, i titoli di Stato devono ancora essere dichiarati ai fini Isee.
11 mesi fa
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Isee e titoli di stato

Titoli di Stato e libretti postali fino a un valore di 50.000 euro devono essere ancora dichiarati ai fini Isee. A precisarlo è L’Inps che spiega come non sia ancora intervenuta alcuna disposizione ministeriale affinché nella Dsu siano esclusi tali valori finanziari. Un caos burocratico che sta mettendo a disagio molti utenti, dato che la legge di bilancio 2024 solleva i possessori di tali strumenti finanziari dalla dichiarazione.

In attesa che sia chiarita da parte del governo questa situazione, l’Inps continuerà a controllare lo stato patrimoniale dei soggetti nella Dsu.

Pertanto, una esclusione da parte del contribuente della dichiarazione di possesso di titoli Btp, Bot, libretti postali o altri strumenti finanziari fino a 50.000 euro assistiti da garanzia statale comporterà l’esclusione dal beneficio del calcolo Isee ed eventuali sanzioni anche di natura penale.

Titoli di Stato, esclusi dal calcolo Isee fino a 50.000 euro

Come noto l’Isee è un indicatore molto importante per ottenere prestazioni assistite dallo Stato, come le tasse universitarie, gli abbonamenti ai trasporti, l’assegno unico e di inclusione. E’ un documento entrato a far parte della vita comune di molte famiglie italiane che si trovano sempre più in difficoltà a far quadrare i conti a fine mese.

Da quest’anno, la legge di bilancio 2024, introduce una fascia di esenzione per chi detiene valori mobiliari costituiti in titoli di Stato o prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. Il limite è di 50.000 euro, ma manca ancora un passaggio affinché la norma sia efficace.

Per poter escludere dalla Dsu gli investimenti previsti dalla legge, sia per il rilascio che per il rinnovo Isee 2024 – spiega l’Inps – è necessario che prima venga modificato il Dpcm 159 del 2013 che aveva rivisto i criteri per l’Indicatore della situazione economica equivalente istituito 15 anni prima. E poiché molti risparmiatori hanno in portafoglio titoli di Stato o equivalenti, la modifica è di rilevante importanza.

Nel 2022 – secondo le statistiche di Bankitalia – i titoli di Stato posseduti da famiglie italiane ammontavano a 212,7 miliardi di euro, il 7,7% del debito pubblico di allora.

Il peso del patrimonio sul calcolo dell’Isee

Ricordiamo che la componente patrimoniale per l’Isee è pari al 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare posseduto dal nucleo familiare alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della Dsu. Il patrimonio mobiliare è costituito più precisamente da:

  • conti correnti e depositi bancari;
  • titoli di stato e obbligazioni;
  • quote di fondi comuni di investimento;
  • altre forme di investimento mobiliare.

Il patrimonio immobiliare è costituito da:

  • immobili residenziali;
  • immobili non residenziali;
  • terreni.

Nel calcolo del patrimonio patrimoniale non sono considerati:

  • gli immobili utilizzati per l’attività lavorativa;
  • gli immobili acquisiti per successione o donazione;
  • i beni mobili utilizzati per l’attività lavorativa;
  • i beni mobili di valore inferiore a 1.000 euro.

La componente patrimoniale è valorizzata al 20%, in quanto si ritiene che il patrimonio di un nucleo familiare sia un indicatore della sua capacità di sostenere spese di varia natura. Ad esempio, un nucleo familiare con un patrimonio immobiliare di 100.000 euro avrà una componente patrimoniale di 20.000 euro. Tale componente sarà sommata alla componente reddituale per determinare l’Isee del nucleo familiare.

Riassumendo…

  • Nonostante l’esenzione fino a 50.000 euro, i titoli di Stato devono ancora essere dichiarati ai fini Isee.
  • Manca una norma che regolamenti l’esenzione prevista dalla legge di bilancio.
  • Nelle more, l’Inps controlla le dichiarazioni patrimoniali nella Dsu da parte dei richiedenti.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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