Un ISEE troppo alto questo del 2024? Molte famiglie si trovano in questa condizione, perché nel 2022 avevano redditi e patrimoni superiori a quelli attuali. Anzi, molte famiglie non hanno più nulla oggi e si ritrovano a dover utilizzare un ISEE basato sul 2022, troppo distante per essere reale. Ma parliamo della versione ordinaria di questo certificato.
L’INPS mette a disposizione, in base alle normative vigenti, una versione di ISEE diversa, più aggiornata anche se con una durata limitata. Si chiama ISEE corrente ed è ciò che può servire in risposta ad un nostro lettore che oggi ci chiede come fare a rientrare in alcune agevolazioni da cui senza interventi, verrebbe escluso.
“Buonasera, volevo un suggerimento per abbassare il mio ISEE troppo elevato per permettermi di entrare nell’Assegno di Inclusione. Anzi, dal momento che ho 46 anni, non mi permette di entrare nemmeno nel Supporto Formazione e Lavoro. Ho due figli minorenni da tirare avanti e non so davvero come fare. Possibile che per colpa di 9 mesi di NASPI che ho preso nel 2022, oggi vengo escluso da qualsiasi forma di sostegno?”
ISEE troppo alto, ecco la soluzione che si può adottare adesso, via libera ai correttivi
In effetti alla pari del nostro lettore, sono tantissimi i contribuenti italiani che per colpa dell’ISEE 2024 ma facente riferimento al 2022, rischiano di essere esclusi da nuovi aiuti. Il nostro lettore presenta una situazione che ha del paradossale. Infatti per colpa di un ammortizzatore sociale del 2022, oggi perde bonus e agevolazioni. Noi però gli diciamo che ha le carte in regola per poter richiedere subito l’ISEE corrente. Infatti basta presentare la richiesta all’INPS dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario.
Con la nuova certificazione, il lettore potrà eliminare quelle voci attive troppo datate. Per ottenere questo ISEE corrente deve essersi verificata, nella famiglia dell’interessato, “una variazione dell’attività di lavoro autonomo, lavoro dipendente, trattamenti assistenziali, previdenziali o indennitari”.
Anche le variazioni patrimoniali possono servire per la certificazione corrente
A dire il vero si può richiedere un ISEE corrente anche per variazioni in negativo del patrimonio mobiliare. Pensiamo a soggetti che nel 2022 avevano dei risparmi in banca che poi hanno eroso per tamponare la carenza reddituale. Oppure chi ha venduto immobili per saldare debiti o per dare sostegno alla famiglia. In questo caso, se la variazione è patrimoniale bisogna attendere aprile per ottenere la versione corrente. E bisogna che il patrimonio mobiliare in banca o alle poste, sia calato di oltre il 20%, nel periodo che va dal 31 dicembre dell’anno precedente a quanto indicato nell’ISEE ordinario. In pratica, un calo del 20% e oltre tra patrimonio al 31 dicembre 2022 e patrimonio al 31 dicembre 2023.
Occhio alla scadenza dell’ISEE corrente, non dura tutto l’anno
La validità dell’ISEE corrente è inferiore a quella della versione ordinaria. Quest’ultimo vale fino al 31 dicembre dell’anno in cui viene presentata la DSU. Invece per l’ISEE corrente la validità è di 6 mesi dalla data di presentazione della richiesta dello stesso ISEE corrente. Quindi, chi gode di una agevolazione in base alla versione corrente della certificazione, deve stare attento alle date.
Ipotizziamo un soggetto che prende l’Assegno di Inclusione grazie all’ISEE corrente. Se ha presentato già a gennaio la nuova DSU, la nuova certificazione scade a giugno. Significa che da fine giugno dovrà presentare di nuovo la richiesta, altrimenti l’INPS collegherà la domanda di Assegno di Inclusione, all’unico ISEE ancora valido, cioè quello ordinario. Togliendo il beneficio dell’Assegno di Inclusione al diretto interessato. O al più, riducendo gli importi se anche con l’ISEE ordinario l’Assegno di inclusione è spettante.
Come ottenere l’ISEE corrente
Per elaborare l’ISEE corrente bisogna collegarsi al sito dell’INPS e procedere con la richiesta che si trova nella stessa area dell’ISEE precompilato ordinario. E la procedura è la medesima, solo che si devono indicate le motivazioni per la richiesta di questa versione di ISEE. Se invece la richiesta è presentata tramite CAF o patronati, serve presentare l’ISEE e la DSU ordinari, oltre ai documenti da cui si evince la variazione della condizione lavorativa o di trattamento. Utili quindi le lettere di licenziamento, il documento di chiusura della Partita IVA e così via dicendo.
Inoltre andranno dichiarati i redditi percepiti nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della DSU per la versione corrente della certificazione.