Corona islandese ai massimi dal 2008, nonostante l’arrivo dei Pirati

La corona islandese sale ai massimi dal 2008, nonostante i Pirati potrebbero formare il prossimo governo dell'isola. I controlli sui capitali saranno allentati?
8 anni fa
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Che ne sarà dei capitali stranieri?

Accreditati di oltre il 22% dei consensi e guidati dalla 48-enne Birgitta Jonsdottir, che si autodefinisce “poetessa”, potrebbero impedire al centro-destra di ottenere un secondo mandato e alla sinistra di governare da sola. I Pirati islandesi si dicono pronti a formare una coalizione insieme al Movimento dei Verdi di Sinistra e ai Socialdemocratici, anche se con questi ultimi l’impresa appare più complicata.

I fondi USA farebbero meglio ad accettare le condizioni proposte dalla banca centrale di Reykjavik a settembre, quando fallì un’asta per collocare 2,7 miliardi di dollari in titoli, rimasti intrappolati sull’isola dal 2009, che al cambio attuale implicano uno sconto del 40% a carico dei detentori, i quali reclamano l’applicazione di un cambio per loro più favorevole.

Gli investitori stranieri detengono anche 195,7 miliardi di corone in titoli di stato islandesi, cioè circa 1,5 miliardi di euro, un quarto del debito totale emesso dallo stato. Che ne sarà di queste somme, se i Pirati arriveranno al governo questo fine settimana? L’economista danese Lars Christensen non sembra preoccupato. Spiega di attendersi “disordine” sul piano politico, “ma di tipo nordico, non alla venezuelana”. (Leggi anche: Islanda dibatte su moneta sovrana)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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