In futuro, l’Istat contatterà migliaia di persone e aziende italiane attraverso il numero telefonico 1510. Gli individui da contattare saranno selezionati attraverso le banche dati ufficiali da cui l’istituto italiano attingerà a piene mani. La novità è stata voluta dalla Presidenza del Consiglio, che nel luglio scorso ha formalmente chiesto al Garante per le Comunicazioni di individuare un numero speciale che sarebbe poi stato assegnato all’Istat. Questo numero si è palesato nelle ultime ore e sarà appunto il 1510. Da quest’anno dunque, quando l’Istat busserà telefonicamente alle nostre case sapremo riconoscerlo senza alcun dubbio.
Maggiore trasparenza
L‘iniziativa della Presidenza del Consiglio risale al 4 luglio scorso, a un mese quindi dall’insediamento del nuovo governo presieduto dal premier Giuseppe Conte. L’obiettivo primario dell’esecutivo è di rendere il servizio dell’Istat il più trasparente possibile agli occhi degli italiani. Da qui in avanti, infatti, nessuno degli italiani – puntualmente informato – potrà dire di non conoscere il numero dell’Istat, citando il caso dei call center che sono soliti chiamare da numeri spesso contrassegnati come spam telefonico dagli smartphone di ultima generazione. A telefonare non sarà l’Istat di persona ma i call center, i quali però avranno l’obbligo di chiamare dal 1510, un numero che molto probabilmente sarà protagonista nelle prossime settimane di alcune campagne pubblicitarie mirate a farlo conoscere a un numero sempre più alto di persone.
Obbligatorio rispondere
Come previsto dal decreto legislativo 322 dell’anno 1989, le persone o le famiglie (ma anche le aziende) contattate dall’Istat tramite il numero 1510 sono obbligate a rispondere. Se da un lato quindi il nuovo numero porta maggiore trasparenza, dall’altra parte riduce al minimo le possibilità degli utenti di non rispondere, come invece accadeva in passato dietro la scusa del numero sconosciuto o dello spam telefonico portato avanti da numerosi call center nel nostro Paese.
Multe salate
L’articolo 11 del decreto legislativo riporta le sanzioni amministrative previste per chi non risponde all’indagine conoscitiva dell’istituto nazionale di statistica. Per le persone fisiche, la multa può arrivare fino ad un importo massimo di 2.000 euro. Ancora più salata la sanzione amministrativa che può essere comminata alle aziende, il cui importo arriva fino a 5.000 euro.
Leggi anche: Troppe tasse, giù risparmi e potere dʼacquisto: l’allarmante fotografia dell’Istat