Un pensionato su tre percepisce meno di 1.000 euro al mese. E’ il quadro che emerge dall’analisi periodi sulle pensioni degli italiani elaborato dall’Osservatorio Istat. Traccia una tendenza pericolosa verso lo scivolamento verso sacche di povertà degli anziani un tempo impensabili.
Dati riferiti al 2021 che confermano anche le previsioni fatte dall’Inps nel rapporto annuale sulle pensioni già presentato al Parlamento. Un’analisi nella quale si evidenzia appunto l’andamento delle rendite povere del nostro Paese e che ormai rasentano il 33% di 16,1 milioni.
33% dei pensionati sotto i 1.000 euro al mese
Nel dettaglio, l’analisi Istat ci dice che circa un terzo dei pensionati italiani (il 32,8%) riceve un assegno mensile inferiore a 1.000 euro. Quindi 5,28 milioni di beneficiari su 16,1 milioni. Il numero delle prestazioni in pagamento sono invece 22,75 milioni.
Fra gli altri dati elaborati dall’Osservatorio, vale la pena ricordare che la media dei redditi da pensione è di 19.443 euro l’anno ma ci sono quasi 5,3 milioni di pensionati che percepiscono meno di 1.000 euro ricevendo solo l’11,6% dell’importo complessivo pari, nel 2021, a 313 miliardi (+1,7% sul 2020).
Tra le donne la percentuale delle pensionate che percepiscono meno di 1.000 euro è più alta con il 40,6% del totale e 3,38 milioni di persone. Oltre a ciò, le donne rappresentano il 52% dei pensionati, mentre gli uomini percepiscono il 56% dei redditi da pensione. L’importo medio delle rendite femminili è inferiore rispetto a quello degli uomini del 27% (16.501 medi contro 22.598 euro).
Rischio povertà senza interventi
Il rischio di scivolare nella soglia di povertà con le pensioni oggi è più concreto rispetto a dieci anni fa. Lo ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico commentando i dati dell’Osservatorio Inps e confermati dall’Istat.
Alla fine del 2021 il 40% dei beneficiari percepiva un reddito da pensione lordo inferiore ai 12 mila euro l’anno. Al netto delle integrazioni al minimo associate alle prestazioni, delle varie forme di indennità di accompagnamento, della quattordicesima mensilità e delle maggiorazioni sociali associati alle prestazioni.
Tenendo conto anche di queste “voci”, scende al 32,8% la quota di pensionati con reddito annuo inferiore ai 12 mila euro. Cifra che poteva andare bene dieci anni fa, ma che oggi non è più adeguata al costo della vita. Bisognerebbe portare tutti gli assegni minimi a 1.000 euro al mese, come chiede Berlusconi.
E il quadro non pare migliorare, visto che le retribuzioni sono basse in Italia e non consentono, alla fine, di ottenere una pensione sufficiente per vivere. Molti lavoratori guadagnano infatti meno del reddito di cittadinanza e questo rappresenta una assurdità, oltre che un problema per la tenuta dei conti Inps.