Italia fuori dall’euro? Ecco come e cosa accadrebbe con il ritorno alla lira

Se l'Italia uscisse dall'euro, cosa accadrebbe? Simuliamo due scenari principali, fermo restando che sarebbe decisiva la gestione politica.
8 anni fa
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Verso tassi più alti e una stretta del credito

Le banche smetterebbero certamente di erogare credito, a causa delle immense perdite accusate con la rinegoziazione dei prestiti verso famiglie, imprese e Pubblica Amministrazione, per cui anche i consumi privati rischierebbero di crollare. E di capitali dall’estero non ne arriverebbero, almeno non fino a quando non venga adombrato un floor della lira.

La Banca d’Italia tornerebbe a stampare moneta, ma dovendo tenere a bada l’inflazione e arrestare i deflussi di capitali, sarebbe costretta ad alzare fortemente i tassi, colpendo ancora di più i consumi e gli investimenti privati, rendendo necessaria anche una politica di austerità fiscale (quella che vorremmo eliminare con il ritorno alla lira!), che sarebbe molto più dura di quanto oggi possiamo immaginare, considerando che la fiducia riscossa dal nostro debito sovrano all’estero sarebbe praticamente azzerata con un addio all’euro e le conseguenti rinegoziazioni obbligate.

(Leggi anche: Italia fuori dall’euro, possibili scenari)

L’alternativa della doppia moneta

Certo, esiste anche la possibilità di una reintroduzione più ordinata della lira, che minimizzi il danno. Ad esempio, una delle ipotesi in circolazione sul piano teorico sarebbe quella della doppia moneta. La Banca d’Italia inizierebbe a stampare lire e le immetterebbe in circolazione, ma famiglie e imprese avrebbero non l’obbligo, bensì la facoltà, di utilizzare la moneta nazionale o l’euro e chiaramente la scelta dell’una o dell’altra opzione avverrebbe sulla base della convenienza.

L’introduzione della lira sarebbe progressiva, nell’arco magari di un triennio, e il tasso di cambio si formerebbe man mano e a causa della scarsa offerta iniziale, potrebbe anche accadere che non registri una caduta così drastica, come altrimenti siamo portati a credere. Salari, stipendi e pensioni potrebbero continuare ad essere pagati in euro, mentre le aziende esportatrici potrebbero tornare a vendere i loro prodotti nella più debole lira.

Nel frattempo, lo stato tornerebbe a rifinanziarsi in lire, sostituendo progressivamente BTp in euro con BTp nella moneta nazionale. (Leggi anche: Italia fuori dall’euro, l’inevitabile conclusione della Germania)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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