Secondo il migliaio di investitori intervistati da Sentix, l’Italia avrebbe più probabilità della Grecia di uscire dall’euro entro i prossimi 12 mesi. Da quando il sondaggio viene realizzato, ossia a partire dal giugno 2012, mai si era riscontrato un tale dato, che di certo non necessariamente rispecchierebbe la realtà, ma segnala grosse inquietudini sul mercato per il destino della nostra economia, quando mancano quattro settimane al referendum costituzionale, che deciderà le sorti del governo Renzi in carica.
Il vero problema per l’Italia è che la rivelazione dell’istituto non sarebbe l’unico segnale della crescente sfiducia nei confronti del nostro sistema-Paese.
Italia fuori dall’euro? I dati
La gravità della situazione si coglie, però, confrontando il trend dei nostri titoli di stato con quello dei Bonos spagnoli. Si scopre così che di recente anche i rendimenti di Madrid siano cresciuti, ma molto meno dei nostri, tanto che il divario tra i due titoli di stato si è ampliato a 45-50 bp sui 10 anni. Ieri, i Bonos rendevano, infatti, intorno o poco sopra l’1,20%, quando i nostri BTp hanno viaggiato poco sotto l’1,70%, sebbene in calo dall’1,76% di martedì.
Altro dato significativo è, poi, che su base annua, i nostri rendimenti sovrani restano stabili, quelli spagnoli segnano un calo di una cinquantina di punti. Già queste cifre smentirebbero la ricostruzione per la quale i rendimenti dei BTp salirebbero per effetto di un trend rialzista generale nell’Eurozona e negli USA. E’ una verità parziale, come ci segnala anche il mercato dei “credit default swaps” (cds), i titoli che assicurano contro il rischio crac di uno stato.