Italia fuori dall’euro, previsione grossolana o giustificata dai dati?

La crisi dell'Italia spaventa i mercati, che scontano un rischio default ai massimi da quando è in carica il governo Renzi. E sull'eventuale uscita dall'euro, i dati appaiono preoccupanti.
8 anni fa
3 minuti di lettura

Secondo il migliaio di investitori intervistati da Sentix, l’Italia avrebbe più probabilità della Grecia di uscire dall’euro entro i prossimi 12 mesi. Da quando il sondaggio viene realizzato, ossia a partire dal giugno 2012, mai si era riscontrato un tale dato, che di certo non necessariamente rispecchierebbe la realtà, ma segnala grosse inquietudini sul mercato per il destino della nostra economia, quando mancano quattro settimane al referendum costituzionale, che deciderà le sorti del governo Renzi in carica.

Il vero problema per l’Italia è che la rivelazione dell’istituto non sarebbe l’unico segnale della crescente sfiducia nei confronti del nostro sistema-Paese.

Iniziamo dal dato forse più eclatante di questi giorni: i rendimenti dei BTp. Sono saliti di una sessantina di punti dalla metà di agosto per la scadenza decennale, portando lo spread con i Bund emessi dalla Germania intorno o al di sopra dei 150 punti base. (Leggi anche: Mercato sconta Italia fuori dall’euro)

Italia fuori dall’euro? I dati

La gravità della situazione si coglie, però, confrontando il trend dei nostri titoli di stato con quello dei Bonos spagnoli. Si scopre così che di recente anche i rendimenti di Madrid siano cresciuti, ma molto meno dei nostri, tanto che il divario tra i due titoli di stato si è ampliato a 45-50 bp sui 10 anni. Ieri, i Bonos rendevano, infatti, intorno o poco sopra l’1,20%, quando i nostri BTp hanno viaggiato poco sotto l’1,70%, sebbene in calo dall’1,76% di martedì.

Altro dato significativo è, poi, che su base annua, i nostri rendimenti sovrani restano stabili, quelli spagnoli segnano un calo di una cinquantina di punti. Già queste cifre smentirebbero la ricostruzione per la quale i rendimenti dei BTp salirebbero per effetto di un trend rialzista generale nell’Eurozona e negli USA. E’ una verità parziale, come ci segnala anche il mercato dei “credit default swaps” (cds), i titoli che assicurano contro il rischio crac di uno stato.

(Leggi anche: Italia fuori dall’euro rischio credibile?)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Imprenditrici premiate dall’Europa, Premio europeo per le donne innovatrici

Articolo seguente

Sms Agenzia delle Entrate, inviati i primi: ecco cosa dicono e come rispondere