Italia fuori dall’euro, previsione grossolana o giustificata dai dati?

La crisi dell'Italia spaventa i mercati, che scontano un rischio default ai massimi da quando è in carica il governo Renzi. E sull'eventuale uscita dall'euro, i dati appaiono preoccupanti.
8 anni fa
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Italia sempre più risucchiata dai Piigs

Infine, il Target 2. Cos’è? E’ il sistema dei pagamenti all’interno dell’Eurozona, che registra attraverso i suoi saldi i rapporti di credito-debito dei vari membri. Succede, che l’Italia segni ormai un rosso record di quasi 354 miliardi, circa un centinaio di più di quello massimo toccato all’apice della crisi dello spread nell’estate del 2012, ampliando il suo deficit di 107 miliardi quest’anno. La stessa Spagna sta messa male, registrando un passivo per quasi 320 miliardi, in aumento di 66 miliardi nel corso del 2016.

Nello stesso arco di tempo, la Germania passa da un attivo di 584 a uno di 715,7 miliardi di euro (+130 miliardi).

Da questi numeri, si evince che i flussi finanziari si spostano da mesi sempre più dal Sud al Nord Europa, con i paesi del Mediterraneo in misura crescente debitori di quelli nordici. La somma dei saldi di Finlandia, Olanda e Germania fa un attivo di 876,4 miliardi, mentre il saldo dei Piigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) segna un passivo quasi speculare di 814,3 miliardi. (Leggi anche: Effetto Draghi, capitali in fuga dai bond)

Non solo QE, è vera fuga di capitali dall’Italia

Le banche centrali dell’Eurozona tendono a sminuire la portata delle divisioni interne all’area, sostenendo che i flussi di questi tempi rifletterebbero gli acquisti dei bond attuati dagli istituti per il “quantitative easing” della BCE. In sostanza, la Banca d’Italia, ad esempio, acquista BTp, molti dei quali da investitori esteri, per cui formalmente nel sistema Target 2 si ottiene un flusso in uscita di capitali dal nostro paese. Verissimo, ma quand’anche fosse questa la giustificazione, sarebbe tutt’altro che rassicurante.

Quest’anno, come sopra scritto, il nostro passivo è salito di 107 miliardi. Ad occhio e croce, tra Banca d’Italia e BCE sono stati acquistati titoli italiani per 120-125 miliardi.

Anche solo ipotizzando che a vendere siano stati tutti stranieri, questi avrebbero potuto acquistare assets italiani diversi con la liquidità ottenuta, mentre ciò non sarebbe avvenuto per un solo centesimo, segno che il mercato starebbe approfittando del QE per sbarazzarsi delle esposizioni verso l’Italia. Molto probabilmente tra un anno saremo ancora nell’euro, ma il dubbio è in quali condizioni. (Leggi anche: Italia sotto attacco finanziario)

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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