Nel recente periodo fiscale, l’Italia ha consolidato la sua posizione come destinazione accogliente per individui economicamente stabili e per coloro che desiderano rientrare nel loro paese di origine, grazie all’introduzione di un regime fiscale vantaggioso per i neo-residenti. Questa politica, avviata nel 2017, mira a invogliare i contribuenti, soprattutto quelli con un elevato potere d’acquisto, a stabilire la loro residenza nel Bel Paese.
Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati del DEF (Dipartimento Economia e Finanze), nel corso dell’anno d’imposta 2022, sono circa 37.331 gli individui che hanno scelto di spostare la loro residenza in Italia, beneficiando di condizioni fiscali favorevoli.
Per quanto riguarda i super ricchi, il 46% di loro ha generato un reddito totale di 75 milioni di euro in Italia, proveniente per lo più (86%) da lavoro dipendente. Questo dimostra l’efficacia del regime in termini di attrattiva per persone con significative capacità finanziarie.
Benefici anche per familiari e per pensionati rientrati
Una specificità del regime fiscale lavoratori impatriati è la possibilità di estenderlo ai familiari dei neo-residenti, applicando una tassa forfettaria ridotta di 25.000 euro. Inoltre, il regime può essere revocato in qualsiasi momento e ha una durata massima di 15 anni, dopo i quali non è più possibile cumularlo con altre agevolazioni fiscali destinate a docenti, ricercatori o lavoratori che decidono di ritornare in Italia.
Dal 2019, il regime è stato esteso anche ai pensionati stranieri che si trasferiscono in determinate regioni del Sud Italia e delle Isole, purché il comune di nuova residenza non superi i 20.000 abitanti.
Nel 2022, i pensionati stranieri che hanno aderito a questo regime nel Sud e nelle isole sono stati 474, con un reddito dichiarato da pensione estera di 19 milioni di euro e ulteriori redditi esteri per un totale di 28,7 milioni di euro, pagando quasi 2 milioni di euro in tasse.
Regime impatriati anche per il rientro dei cervelli
Un’altra iniziativa rilevante è quella rivolta a docenti e ricercatori, che vedono i loro emolumenti tassati solo al 10% per i primi cinque anni dal trasferimento della residenza. Inoltre, più di 3.300 nuovi contribuenti tra docenti e ricercatori hanno beneficiato di una esenzione fiscale del 90% sui loro redditi da lavoro dipendente nel 2022.
Il cosiddetto “Bonus cervelli“, invece, si rivolge a lavoratori qualificati che hanno trasferito la loro residenza in Italia, applicando una tassazione del 30% o del 10% sui loro redditi da lavoro dipendente o autonomo. Secondo i dati più recenti, i lavoratori impatriati hanno raggiunto oltre 32.600 individui, con un reddito medio da lavoro dipendente che ammonta a 114.501 euro.
In conclusione, il regime impatriati si sta rivelando un potente strumento di politica fiscale per l’Italia, attraendo talenti e capitali e contribuendo significativamente alla crescita economica del paese. Con una gestione attenta e un continuo aggiornamento delle sue condizioni, questo regime potrebbe mantenere l’Italia come uno dei paesi più attrattivi per residenti internazionali e talenti globali.
Riassumendo
- l’Italia ha introdotto un regime fiscale vantaggioso nel 2017 per attirare neo-residenti economicamente stabili (c.d. regime impatriati)
- nel 2022, circa 37.331 individui si sono trasferiti in Italia, beneficiando di tasse agevolate.
- tra questi, 957 super ricchi pagano una tassa forfettaria o percentuali ridotte sul reddito.
- prevista l’estensione del regime ai familiari e applicabilità fino a 15 anni con possibilità di revoca.
- i pensionati stranieri nel Sud e Isole godono del 7% di tassa sulla pensione estera.
- previsto anche il “Bonus cervelli” e incentivi per docenti/ricercatori riducono significativamente tasse su redditi da lavoro.