Il consulente del governo Conte sull’emergenza Covid-19, Walter Ricciardi, ha chiesto espressamente l’imposizione di un “lockdown” totale per le feste di Natale. L’esperto ritiene che l’Italia si stia avviando verso una “tragedia nazionale”, a causa dell’elevatissimo numero dei morti dovuto alla pandemia. Si chiede perché mai tante titubanze nell’esecutivo, se l’Olanda ha chiuso tutto con la metà del morti e la Germania con un terzo dei nostri. Nelle prossime ore, Palazzo Chigi dovrà prendere la decisione più difficile degli ultimi mesi: zona rossa o arancione durante il Natale? Due le opzioni in campo: imporre la zona rossa nei giorni di Natale, Santo Stefano, Capodanno, l’Epifania e le due domeniche che cadono in data 27 dicembre e 3 gennaio.
Il lockdown di Natale di Conte è una contraddizione senza basi scientifiche
Già, i morti. Ieri, sono stati ancora ben 846. Troppi, anche nel confronto internazionale. Nell’ultima settimana, la media giornaliera è stata di 660. Va bene che i decessi risentono dell’andamento dei contagi nelle settimane precedenti e questi stanno diminuendo sia in valore assoluto, che in rapporto al numero dei tamponi effettuato, ieri quest’ultimo sceso sotto il 10%. Tuttavia, il governo teme che con l’allentamento delle restrizioni già avvenuto nelle ultime due settimane con il passaggio di quasi tutte le regioni da rosso/arancione ad arancione/giallo, la curva della mortalità non smetta di scendere e semmai finisca con l’assestarsi ai livelli preoccupanti attuali. Peraltro, lo stesso Ricciardi involontariamente ammette il fallimento dell’esecutivo nel gestire la situazione. Siamo passati da “l’Italia è un modello per il mondo” a “stiamo dirigendoci verso una tragedia”.
Governo al capolinea, caduta dopo la Befana?
Ma le chiusure comportano un “trade-off” difficilmente ponderabile: perdere altri punti di PIL per salvare vite umane o contenere le perdite economiche, sacrificando vite umane? E’ stato il cruccio di tutte le forze politiche sin dal marzo scorso. Ma nessuno si aspettava che saremmo arrivati a Natale con lo stesso dilemma e, anzi, con i numeri mai così pessimi. Qui, sta il fallimento del governo Conte nell’affrontare la seconda ondata dei contagi. Tra maggio e settembre, il premier ha perso tempo a organizzare sfilate inutili come gli Stati Generali, al solo scopo di rafforzare la propria immagine nell’opinione pubblica. Nessun piano ha accompagnato il ritorno alla normalità degli italiani. I mezzi pubblici non sono stati potenziati e quando i lavoratori sono tornati in ufficio e gli studenti a scuola, l’unico suggerimento arrivato dall’esecutivo è stato di lasciare i finestrini aperti. Al contempo, veniva estesa la nozione di congiunto dentro tram, bus e treni per massimizzarne la capienza. Quando i contagi iniziarono ad esplodere da inizio ottobre, la colpa fu fatta ricadere sui vacanzieri di luglio e agosto, gli stessi che il governo cercò di incentivare con il bonus vacanze.
Insomma, Giuseppe Conte è il volto di un fallimento totale nella gestione della pandemia, specie da settembre in poi. La sua linea di colpevolizzazione degli italiani per i presunti assembramenti nelle vie cittadine principali è semplicemente ridicola, oltre che vergognosa.