Italo Treno in crisi per il covid: rischio taglio 27 collegamenti e 1500 posti di lavoro

Il Ministero dei Trasporti sta pensando a come risolvere la questione, riducendo il distanziamento e mantenendo la sicurezza sui treni Av.
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4 anni fa
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Crisi treni Italo dal 10 novembre stop

Continua la crisi per il settore dei trasporti a causa del coronavirus. Dopo le compagnie aeree anche il settore ferroviario sta subendo pesanti ripercussioni dovute alle misure restrittive. Italo Ntv, ad esempio, potrebbe tagliare parte dei collegamenti, già dimezzati dopo il lockdown. 

Che cosa potrebbe succedere a Italo

I treni ad alta velocità devono infatti mantenere una capienza del 50% rispetto agli tipi di treni, motivo per cui la società potrebbe tagliare altri collegamenti. Degli 111 attivi prima della pandemia, erano diventati 87 ma ora si rischia il taglio a 60 con pesanti ripercussioni per i posti di lavoro.

Italo potrebbe decidere, come scrive Il Corriere della Sera, di andare a tagliare collegamenti meno frequentati e questo vorrebbe dire anche mettere a rischio 1500 posti di lavoro. Durante il lockdown Italo NTV ha registrato una perdita di 200 milioni ma se la situazione dovesse continuare in questo modo e non allentarsi come avvenuto per il trasporto aereo, che permette una capienza massima del 100% o dei mezzi pubblici fino all’80%, la situazione potrebbe aggravarsi molto andandosi a ripercuotere sui lavoratori, esattamente 1500 e altri 3500 dell’indotto.

Si valuta come aumentare il riempimento

A bordo di Italo, oltre alla misurazione della temperatura e i gel disinfettanti, c’è anche il divieto di bagagli voluminosi, oltre al ricambio dell’aria, sanificazione degli ambienti e servizi di catering monouso. 

Ad oggi il Ministero dei Trasporti sta pensando a come risolvere la questione, riducendo il distanziamento e mantenendo la sicurezza. Si è così espressa la ministra dei Trasporti Paola de Micheli: “Italo e Trenitalia ci hanno mandato tutta una serie di proposte che abbiamo già valutato ripetutamente: alcune le abbiamo integrate e altre ci sembrano buone per garantire, con un riempimento maggiore, la sicurezza ai passeggeri. Tutta questa mole di lavoro la stiamo condividendo col ministero della Sanità e, conseguentemente, col comitato tecnico scientifico per vedere se anche sui treni a lunga percorrenza si può aumentare il riempimento”. Ne sapremo di più i prossimi giorni.

 

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