Joker 2, com’è possibile che la Warner abbia permesso un tale flop commerciale

Incassi da flop clamoroso per Joker 2, ma cosa avevano in mente i dirigenti Warner quando hanno dato l'ok al regista?
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2 mesi fa
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Joker 2

Divisivo a dir poco, Joker: Folie à Deux”, noto come Joker 2, ha avuto un debutto al botteghino decisamente più basso rispetto al primo film. Negli Stati Uniti, il film ha incassato 37,8 milioni di dollari nel suo primo weekend, una cifra lontana dalle stime iniziali che prevedevano circa 70 milioni. Questo risultato ha deluso sia la critica che la Warner Bros., soprattutto se si considera che il primo “Joker” aveva raggiunto un incasso totale di oltre un miliardo di dollari. Ma a conti fatti il flop era nell’aria, e ci si chiede ora come sia stato possibile che la Warner abbia approvato il progetto di Todd Phillips.

Un flop ampiamente prevedibile

Era tutto scritto a chiare lettere nel destino, oppure forse stiamo soltanto esagerando e la Warner davvero credeva che questo Joker 2 avrebbe bissato il successo del primo? Con i giorni che passano emergono nuove indiscrezioni, come ad esempio quella relativa al rifiuto in un primo momento del regista, il quale voleva che la sua opera rimanesse stand-alone. Alla fine però i quattrini parlano e lui ha deciso di accontentare i produttori scrivendo con lo sceneggiatore Silver una sceneggiatura che però deostruiva il personaggio narrato nella prima pellicola per presentare un progetto metanarrativo e completamente nuovo. Ma torniamo sui numeri.

A livello internazionale, però, Joker 2 ha avuto una performance leggermente migliore. In totale, il film ha raccolto circa 121 milioni di dollari in tutto il mondo. L’Italia si è dimostrata uno dei mercati più solidi per il sequel, con un incasso di oltre 5 milioni di euro, rendendolo il terzo mercato internazionale per incassi, dietro solo al Regno Unito e alla Germania. Il sequel, che vede il ritorno di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, ha ricevuto critiche per la sua struttura narrativa, che si distacca notevolmente dal tono cupo e drammatico del primo film.

L’aggiunta del personaggio di Harley Quinn, interpretata da Lady Gaga, e l’elemento musicale non hanno convinto del tutto il pubblico.

Joker 2, cosa non ha funzionato?

C’era addirittura chi credeva che questo Joker 2 non solo avrebbe eguagliato il primo, ma avrebbe addirittura incassato quando Deadpool & Wolverine della Disney. E invece è un incredibile flop. Nonostante un inizio difficile, Joker 2 potrebbe ancora migliorare le sue prestazioni, ma difficilmente raggiungerà il successo del suo predecessore. Tuttavia, resta uno dei film più discussi del 2024, grazie al suo cast stellare e alla sua originale reinterpretazione del personaggio. Ed ecco che arriviamo a quello che forse è lo snodo della domanda, ossia come sia stato possibile che la Warner abbia accettato di investire ben 200 milioni di dollari in questo progetto. E già, perché se il primo era costato 55 milioni e ne aveva incassato oltre un miliardo, questo ha praticamente quadruplicato l’investimento (e molti si chiedono dove siano andato questi 200 milioni dopo aver visto il film). Noi siamo estremamente positivi sull’opera per quanto riguarda la qualità del prodotto, ma questo articolo vuole esaminare i dati economici e non fare una recensione del film.

Cerchiamo quindi di rispondere finalmente alla domanda, ma prima vediamo le ragioni del flop. La natura metanarrativa e quindi sperimentale dell’opera non è di facile fruizione, poiché fa fare al film un grande passo verso l’autorialità a dispetto della commercialità dei prodotti mainstream di Hollywood. Un altro aspetto importante è il quasi disconoscimento del personaggio, con il regista che ha optato per una metafora che diventasse poi elemento cardine del film, ossia un Joker che non vuole più fare il Joker, di conseguenza ne risulta un film che non dà al pubblico ciò che vuole. Infine, l’elemento musical, un genere in realtà amato da pochissimi e odiato da tutto il resto.

Com’è possibile che la Warner abbia dato l’ok?

Quando si investono 200 milioni di dollari, si vogliono risultati certi. Com’è possibile quindi che la Warner abbia dato l’ok a un tale progetto? La sceneggiatura non prometteva quello che aveva funzionato nel primo film. La scelta di farne un musical avrebbe inoltre dovuto accendere un ulteriore campanello d’allarme. A nostro avviso, i produttori dell’opera erano ben consapevoli del fatto che il film avrebbe scatenato un vero e proprio putiferio, e crediamo che puntavano proprio a questo tipo di passaparola per far soldi. Se nel primo film infatti il passaparola positivo fu l’elemento chiave per arrivare al miliardo, con Joker 2 hanno invece sperato che il passaparola negativo e le polemiche da social avrebbero alimentato il fenomeno portando (anche solo per curiosità) tutti al cinema.

Clamoroso errore. A parte l’Italia, infatti, possiamo dire che Joker 2 è un flop ovunque, soprattutto nel mercato che più conta, quello statunitense. Sembra quasi impossibile quindi che il film possa arrivare agli agognati 600 milioni di dollari per andare in attivo (si calcola il triplo del budget speso per ottenere la somma da raggiungere). Spesso si crede che queste grandi major siano infallibili, ed è per questo che ci chiediamo come sia stato possibile uno strafalcione del genere. In realtà, anche loro fanno grandi errori e questo bel film (non compreso) di Todd Phillips sembra l’esempio lampante di quanto anche colossi come la Warner possano sbagliare in maniera clamorosa.

Riassumendo…

  • Joker 2 è un clamoroso flop, meno di 40 milioni incassati al debutto in USA;
  • la scelta del musical e la sua natura metanarrativa si sono rivelati deludenti;
  • a quanto pare anche le grandi major come Warner possono fare clamorosi errori di valutazione.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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