Kim Jong Un è ora il più grande possessore di Ethereum, rubati a Bybit

Il più grande furto di criptovalute ai danni di Bybit e ad oggetto 1,4 miliardi di dollari in Ethereum, orchestrato dalla Corea del Nord.
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1 mese fa
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Maxi-furto di Ethereum
Maxi-furto di Ethereum © License Creative Commons

Ci credereste se vi dicessimo che Kim Jong Un sia tra i principali possessori di criptovalute al mondo? Molti di voi non penserebbero nemmeno che il “regno eremita”, caratterizzato da una chiusura quasi totale al resto del mondo e retto da una sanguinaria dittatura comunista, possa avere a che spartire con il business dei token digitali. Ma dopo che venerdì scorso è avvenuto un grossissimo furto di Ethereum, gli esperti informatici non hanno dubbi: Pyongyang è adesso la seconda detentrice di questa criptovaluta dopo il cofondatore Vitalik Buterin.

Furto di Ethereum ad opera di Lazarus

Il furto di Ethereum è avvenuto ai danni di Bybit, una piattaforma exchange con sede a Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Il colpaccio ha avuto ad oggetto un controvalore di mercato di 1,40 miliardi di dollari. Considerate che l’intera capitalizzazione nel mondo ammonta attualmente a circa 325 miliardi. Cos’è successo? Non un vero attacco informatico contro la piattaforma, bensì un raggiro dei suoi utenti. In parole semplici, questi hanno apposto la firma digitale su documenti falsificati e che si rendevano necessari sottoscrivere per l’autorizzazione delle transazioni ordinate.

Responsabile del maxi-furto di Ethereum è stata l’organizzazione “Lazarus”, che è anche nota con l’espressione “Guardiani della Pace”. Una sigla, che per l’intelligence occidentale risulta legata alla Corea del Nord. Ad avere analizzato i movimenti dello scorso venerdì sono state le aziende di analisi blockchain Elliptic e Arkham Intelligence. Hanno scoperto che la refurtiva è stata subito trasferita in numerosi portafogli, dai quali successivamente sono avvenuti trasferimenti in conti bancari.

Reazione esemplare di Bybit

L’episodio non ha per fortuna provocato il crac di Bybit, che avrebbe potuto scatenare il panico tra i possessori di criptovalute di tutto il mondo. Le conseguenze sarebbero state negative per l’intera finanza globale, se pensate che stiamo parlando di un mercato con capitalizzazione complessiva superiore ai 3.000 miliardi di dollari, di cui quasi 2.000 miliardi ai valori attuali si riferiscono solamente a Bitcoin.

Ethereum è la seconda criptovaluta più popolare.

Il CEO Ben Zhou ha subito rassicurato gli utenti circa la capacità della piattaforma di assolvere alle sue funzioni. Tant’è che le immediate 350.000 richieste di riscatto sono state evase nel 99% dei casi subito. Il manager ha ricordato che esiste una garanzia del 100% degli asset depositati. C’è stato anche un trasferimento di 40.000 Ethereum da parte di Bitget, altra piattaforma che ha così voluto aiutare la concorrente per acquietare gli animi. Essa ha attinto a sua volte alle sue riserve, senza prelevare alcunché dagli asset dei clienti, ha specificato il CEO Gracy Gren.

Corea del Nord principale hacker mondiale

Il sistema ha retto al furto di Ethereum. Non fu così nel 2014, quando il sistema di sicurezza di MtGox fu “bucato” da un attacco hacker, che rubò Bitcoin per 450 milioni di dollari e portò al collasso l’allora prima exchange mondiale con una quota di mercato del 70% e con sede in Giappone. Non fu neanche il peggiore attacco hacker ai danni dei token digitali.

Nel 2021 furono sottratti 611 milioni a Poly Network e nel 2024 altri 570 milioni a Binance.

Si calcola che nel solo 2024 la Corea del Nord si sia resa responsabile di furti di criptovaluta per 800 milioni, il 35% dei 2,2 miliardi sottratti illegalmente in tutto il mondo nello stesso anno. Per chi non lo sapesse, il regime di Kim Jong Un funziona come un’organizzazione criminale. I furti di criptovalute vanno avanti da anni. Pyongyang ha un apposito ufficio deputato a tale obiettivo, oltre che dedito al mining. In questo modo, le casse della poverissima economia comunista riescono a finanziare l’ambizioso programma nucleare e al contempo a mantenere in vita il costosissimo apparato militare e dinastico della dittatura.

Furto di Ethereum minaccia dialogo Trump-Kim?

Il furto di Ethereum ha dell’incredibile, tuttavia, essendo stato realizzato senza grosse capacità tecniche. Ha dimostrato ancora una volta quanto vulnerabili siano i sistema di sicurezza informatici del pur ricco e sviluppato Occidente. Un episodio che arriva a poche settimane dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il quale proprio nel giorno dell’inaugurazione del suo secondo mandato aveva teso la mano a Kim Jong Un parlando con i militari americani di stanza in Corea del Sud. I due si erano incontrati per tre volte tra il 2017 e il 2018 e il tycoon vorrebbe riallacciare il filo del dialogo con l’obiettivo di sottrarre la Corea del Nord all’influenza della confinante Cina.

giuseppe.timpone@investireoggi.it

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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