Alzare target inflazione al 3%
Krugman sulla Cina nutre profonde preoccupazioni, in quanto ritiene che la sua economia sia legata a un livello insostenibile di investimenti, ovvero lascia intendere che sia caratterizzata da un eccesso di offerta particolarmente grave. Sull’Europa, l’economista ha posizioni note, particolarmente critiche nei confronti delle politiche di austerità propugnate dalla Germania. Anzitutto, spiega, l’errore fondamentale commesso dai tedeschi è stato di avere trasformato un problema “tecnico” in un fatto “morale”, ossia scindendo le politiche in giuste e sbagliate.
Le politiche monetarie delle banche centrali, per quanto espansive siano, continua, non hanno alcun effetto, non determinano, se non marginalmente, alcun miglioramento dell’economia, in quanto viene mantenuto lo stesso regime finora perseguito. La BCE, spiega, dovrebbe annunciare in conferenza stampa di avere un accordo con la Bundesbank e di
alzare dal 2% al 3% il tasso-obiettivo d’inflazione, perché solo così convincerebbe il mercato che, anche in presenza di una ripresa economica robusta, il livello dei tassi non sarebbe alzato per un po’. Invece – sempre Krugman – è accaduto che la Fed abbia alzato i
tassi USA non appena vi è stata un po’ di crescita in America, nonostante l’inflazione non fosse nemmeno arrivata al 2%. Dunque, servirebbe un cambio di regime, ma il Premio Nobel si mostra profondamente pessimista sull’Eurozona ed esattamente per le stesse ragioni che hanno determinato un recupero dei mercati finanziari da quel
“whatever it takes” pronunciato dal governatore Mario Draghi nel luglio del 2012, quando definì “irreversibile” l’euro. [tweet_box design=”box_13_at” float=”none” author=”Paul Krugman” pic_url=”http://www.investireoggi.it/files/2016/02/paul-krugman.jpg”]Krugman: euro un disastro, alzare l’inflazione al 3%[/tweet_box]