Al termine della prima riunione dell’anno, come da attese il board della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati. I tassi di riferimento restano fissati al 4,50%, al 4,75% sui prestiti marginali e al 4% sui depositi bancari. Il governatore Christine Lagarde parlerà dalle ore 14.45 in conferenza stampa. Nei giorni scorsi, partecipando al World Economic Forum di Davos, aveva preannunciato un costo del denaro fermo “fino all’estate”.
Nel comunicato delle ore 14.15, l’istituto scrive che l’inflazione tende a ridursi, fatta eccezione per l’effetto base verificatosi nel mese di dicembre.
Focus sui salari
Dopo la lettura del comunicato finale, Lagarde ha risposto alle domande dei giornalisti. Una di queste ha riguardato la crescita dei salari. Le è stato chiesto se prima di tagliare i tassi la BCE voglia verificare un lo calo o anche una semplice stabilizzazione. Il governatore ha risposto che già il trend risulta calante e starebbe contribuendo a disinflazionare l’economia nell’Eurozona. Nessuna risposta sull’eventuale aumento del tasso “naturale” dopo pandemia e guerre, cioè il livello del costo del denaro a cui l’economia non verrebbe né sostenuta e né “raffreddata”. Lagarde sostiene che non vi siano evidenze ancora chiare in merito.
Terrore di Lagarde alla domanda sullo spread
Interessanti le due domande poste dal giornalista tedesco di Handelsblatt sulle difficoltà nel decidere tempi ed entità del taglio dei tassi BCE, a causa della divergenza dell’inflazione tra gli stati nazionali. Il governatore ha sostenuto che ciò sia “naturale” e una “eredità” del passato. Non ha voluto commentare, invece, il recente calo degli spread, se debba essere considerato positivamente per l’efficacia segnalata dei canali di trasmissione monetaria, o negativamente per l’eccessivo ottimismo che forse i mercati stanno nutrendo riguardo al taglio dei tassi nel corso dell’anno.
Tassi BCE fermi non spaventano i BTp
Una battuta su questo tema nel marzo del 2020 si rivelò costosissima sui mercati, provocando perdite record in borsa e forti tensioni tra i titoli di stato del Sud Europa. Troppo forte il timore di un’ennesima gaffe. La reazione degli investitori è stata complessivamente neutra, se è vero che da una parte le borse di Italia e Francia cedono, dall’altra sale Francoforte. Ma spread e rendimenti italiani risultano in calo, rispettivamente sotto 185 punti base e sotto il 3,85% per la scadenza decennale. E ciò, nonostante sia stato ribadito come “prematuro” interrogarsi sul possibile rallentamento della crescita nell’Eurozona nel primo trimestre ai fini delle decisioni di politica monetaria.