Mentre le stamperie delle principali banche centrali del pianeta lavorano senza sosta e i tassi continuano ad essere tagliati sotto lo zero o a restare a livelli nulli in gran parte del mondo, si fanno più evidenti le conseguenze nefaste del credito a bassissimo costo di questi anni, in quanto cresce il rischio che sia vicino lo scoppio della bolla immobiliare imperante in diversi paesi. All’inizio dell’anno, la Danimarca ha reagito al rafforzamento della corona, che avrebbe potuto far naufragare l’ancoraggio all’euro sin dal 2000, tagliando i tassi sui depositi fino al -0,75% per impedire ulteriori afflussi di capitali esteri. Risultato? I tassi decennali sui mutui sono scivolati per la prima volta nella storia sotto zero; in sostanza, erano le banche a pagare i clienti per offrire loro denaro per l’acquisto di un immobile. I mutui trentennali venivano offerti al tasso imbattibile dell’1,5%.
Non è un problema da poco per un paese, dove le famiglie risultano tra le più indebitate al mondo, con esposizioni pari al 300% del loro reddito disponibile. A Copenaghen, il prezzo delle case è cresciuto mediamente del 50% negli ultimi 3 anni, guarda caso in coincidenza con l’adozione da parte della banca centrale dei tassi negativi, anticipando una tendenza, che avrebbe preso piede nel resto del pianeta, specie in Europa, negli anni seguenti.