Il governatore della banca centrale danese, Lars Rohde, ha aspramente criticato la politica dei tassi zero delle banche centrali, alla quale è costretto pure il suo istituto, in quanto la corona danese è legata all’euro da un regime di cambio fisso. Tuttavia, bassi tassi e un sistema fiscale sugli immobili pro-ciclico in Danimarca destabilizzerebbero il mercato immobiliare. Rohde si è unito al coro degli economisti, compresi quelli del Consiglio Economico del governo, che chiedono una revisione della tassazione sugli immobili, in quanto questa tende a diminuire in percentuale al loro valore, quando i prezzi delle case salgono e ad aumentare, quando essi scendono.
Il fardello del debito privato
L’OCSE ha avvertito che le famiglie danesi risultano le più indebitate del mondo sviluppato, con un’esposizione del 300% del loro reddito disponibile. Nonostante gli alti tassi di risparmio, le fluttuazioni a cui il debito potrebbe essere sottoposto rappresenterebbero un motivo di allarme. Anche perché più della metà del mercato obbligazionario legato ai mutui e pari a un totale di 550 miliardi di dollari è dato dai mutui only-interest, importati nel paese nel 2003 e che prevedono l’erogazione di finanziamenti per l’acquisto di una casa, sui quali si pagheranno i soli interessi per un periodo fino a 10 anni, rinviando al futuro il rimborso del capitale. Tali mutui hanno fatto esplodere l’indebitamento delle famiglie danesi e al contempo stanno comportando parecchie difficoltà, ora che molti di questi iniziano a prevedere il rimborso del capitale, facendo schizzare la rata mensile.