Le elezioni degli anni Ottanta e le scommesse di Wall Street
Iniziamo proprio dal 1980, l’anno della prima elezione di Ronald Reagan, che impedì un secondo mandato al democratico Jimmy Carter. Il Dow Jones crebbe nel periodo pre-elettorale, fino al mese di settembre, di ben il 13%. Ma, attenzione: non erano in tanti ad aspettarsi una vittoria di Reagan, anche perché dal Secondo Dopoguerra era riuscito a tutti di ottenere la rielezione, se si eccettua il caso peculiare del presidente John Ford, subentrato dal 1974 al 1976 a Richard Nixon, dopo le dimissioni di questi per lo scandalo Watergate.
In pratica, il mercato scommetteva su un secondo mandato di Carter, che non avvenne. Si tenga anche conto che la diffusione dei sondaggi 36 anni fa non era comparabile a quella di oggi. Siamo al 1984: il Dow Jones registra un calo del 3,5%, ma Reagan viene rieletto con una maggioranza schiacciante, vincendo in tutti gli stati, tranne in uno. Può apparire anche in questo caso una contraddizione rispetto a quanto detto sopra, ma il secondo mandato per l’ex attore di Hollywood non sembrava affatto scontato, perché i primi 4 anni di presidenza furono caratterizzati da una profonda spaccatura dell’America attorno alle riforme economiche, che presero il nome di
Reaganomics. Il mercato si aspettava, quindi, un possibile cambio di colore politico alla Casa Bianca, da qui il calo. 1988: finisce l’era Reagan, per i democratici è l’occasione di tornare al governo. Tuttavia, l’economia americana viaggia a vele spiegate e la vittoria dell’allora vice-presidente George Bush è grosso modo attesa. Il Dow Jones sale del 7% nei mesi precedenti alla sua elezione.