Le vittorie di Obama sono state anticipate da Wall Street
2008: la nomination del Partito Democratico per correre alla Casa Bianca è assegnata al senatore dell’Illinois, Barack Obama, che sconfigge alle primarie Hillary Clinton. In pochi si attendono un nuovo repubblicano presidente, anche perché l’economia americana scricchiola sotto i colpi della crisi dei mutui “subprime”. Ad appena 7 settimane dalle elezioni, arriva la tempesta finanziaria: fallisce Lehman Brothers, l’America va nel panico. Anche fermandoci al mese di luglio, scopriamo che Wall Street aveva anticipato la vittoria del primo afro-americano nella storia degli States, perdendo il 18%.
E cosa suggerisce il calo di queste settimane?
I dati di cui sopra ci spingono a ritenere che il -8,6% messo a segno dal Dow Jones dall’inizio dell’anno potrebbe almeno in parte essere ricondotto alla previsione di un cambio della guardia alla Casa Bianca. In sostanza, gli investitori si attenderebbero una vittoria dei repubblicani. Già questo basterebbe a giustificare i ribassi, perché ribadiamo che il mercato azionario a stelle e strisce ha dimostrato negli ultimi decenni di preferire sempre la stabilità, anziché per il cambiamento. Detto ciò, vista anche la presenza in entrambi gli schieramenti di candidati anti-establishment e con elevate probabilità di essere eletti alla presidenza, il crollo potrebbe ampliarsi nei mesi prossimi, indifferentemente dalle attese della vittoria dell’uno o l’altro schieramento e al netto delle tensioni finanziarie internazionali.