La busta arancione Inps svela quando andremo in pensione dal 2022 al 2050

Vediamo come la busta arancione Inps svela quando andremo in pensione. Dal 2022 e fino al 2050. Nel ricordare che, in base a quella che è la propria posizione contributiva maturata e consolidata, quella fornita dall'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale è una simulazione. Quanto è attendibile?
3 anni fa
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In pensione a 50 anni, una possibilità che esiste ancora. Anzi ne esistono 4
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Vediamo come la busta arancione Inps svela quando andremo in pensione. Dal 2022 e fino al 2050. Nel ricordare che, in base a quella che è la propria posizione contributiva maturata e consolidata, quella fornita dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale è in ogni caso una simulazione.

La busta arancione Inps svela quando andremo in pensione, infatti, sulla base dei contributi maturati. Ma è chiaro che l’anno preciso, su quando sarà possibile ritirarsi dal lavoro, non si può sapere con certezza. E questo perché l’anzianità contributiva nel tempo, per esempio, può abbassarsi a causa di eventuali periodi di disoccupazione.

Ed in generale a causa di carriere lavorative discontinue.

La busta arancione Inps svela quando andremo in pensione dal 2022 e fino al 2050

Per la busta arancione Inps, tra l’altro, in passato non sono mancate le critiche. Proprio perché le simulazioni possono tendere ad essere poco attendibili. E questo in ragione sia delle novità legislative, sia per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita.

Per esempio, per chi è nato nel 1980, la busta arancione Inps potrebbe svelare una brutta sorpresa su quando si andrà in pensione. Nel caso specifico, chi è nato nel 1980 potrebbe andare in pensione proprio nel 2050. Ovverosia, solo al compimento del 70esimo anno di età rispetto agli attuali 67. Che sono gli anni richiesti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Così come è riportato in questo articolo.

Quando andremo in pensione dal 2022 al 2050 e quanto sono attendibili le simulazioni

L’aumento dell’aspettativa di vita, unitamente alla tendenza a generare periodi senza contribuzione, per i prossimi anni fa sostanzialmente saltare ogni previsione. Anche quella formulata con la busta arancione INPS. Non a caso, dal 2023 se le attese saranno confermate, in Italia dovrebbe entrare finalmente in vigore una riforma strutturale della previdenza pubblica che tenga conto di ogni criticità. Dalle mansioni gravose e usuranti alle tutele per i giovani e per le donne.

E passando pure per un rafforzamento delle flessibilità in uscita. E per il rilancio della previdenza complementare.