Si intravede una luce in fondo al tunnel per chi ha iniziato a suo tempo la pratica dei lavori 110 ed è rimasto bloccato in attesa dell’accettazione della cessione del credito. Un percorso travagliato di cui sono rimaste vittime proprietari, condomini ma anche ditte edili e intermediari. Ora, almeno pare, qualcosa si muove. Ma il fatto che la cessione del credito si sblocca potrebbe non essere sufficiente se non fa seguito una risposta concreta da parte delle banche. Vediamo meglio perché, nonostante le buone notizie che stanno circolando, potrebbe non cambiare nulla.
La cessione del credito si sblocca ma se le banche non si fidano i soldi continuano a non arrivare
La sfiducia nel 110, in particolare nella cessione del credito che avrebbe dovuto spingerlo, è dilagante. In molti hanno rinunciato a partire ma, forse, va ancora peggio a chi si trova con il cantiere bloccato. La colpa è stata, come noto, delle tempistiche impossibili da rispettare.
Prima di avviare un cantiere ci sono alcuni step propedeutici da fare che, soprattutto in Italia con la burocrazia lenta e farraginosa, non sono propriamente istantanei. Poi ci vogliono i tempi tecnici di realizzazione e chiusura pratiche. Pensiamo, solo per fare qualche esempio:
- alla scelta del professionista;
- alle verifiche preliminari;
- all’incarico all’impresa;
- all’avvio delle pratiche edilizie;
- all’ordine dei materiali;
- alla fase attuativa;
- alle asseverazioni e attestazioni a chiusura cantiere.
Già in una situazione normale i tempi non sono immediati. Poi nella frenesia del 110 ognuno di questi step si è allungato. Chi ci ha provato sa quanto è stato difficile in questi mesi trovare la ditta disponibile. Per non parlare dei prezzi dei materiali schizzati alle stelle e di alcuni beni necessari diventati addirittura introvabili! Lo Squid game dell’edilizia altro che 110!
Per cercare di stare nei tempi di consegna le imprese hanno:
- assunto personale;
- preso in affitto o acquistato magazzini;
- investito in materiali;
- studiato le norme fiscali in continuo aggiornamento;
- progettato gli interventi.
Tutto per essere pronti al 110.
Tutto gratis con il 110: pubblicità ingannevole?
L’errore di fondo è stato proprio quello di presentare il Superbonus come l’occasione per rifarsi casa gratis con il meccanismo della cessione del credito. Un annuncio allettante per molti, anche per chi non aveva idee proprio oneste.
La cessione del credito ha tenuto botta solo in fase iniziale con ordine: ad ogni intervento realizzato e fatturato con sconto, equivaleva una cessione a Poste Italiane, Cassa depositi o altro istituto bancario, senza troppi ostacoli.
Nel 2022 i limiti alle cessioni del credito indirette hanno bloccato numerose pratiche, anche su cantieri già aperti.
Ben 7 interventi normativi si sono susseguiti a stretto giro per la modifica del sistema. Intanto i contribuenti andavano avanti, cosi come le ditte. Ma a fronte di questo non arrivavano i soldi della cessione dalla banca. I rubinetti si sono chiusi.
E così proprio la cessione del credito che doveva spingerlo ha distrutto il 110.
Dopo l’estate ripartirà la cessione del credito?
L’ultima novità ha aperto qualche speranza.
Entro il 20 agosto sarà convertito il Decreto Semplificazioni fiscali. Lo scenario più plausibile è proprio l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 57 con la conseguenza che le modifiche previste dall’art. 14 saranno estese a tutti i crediti presenti all’interno della piattaforma cessioni dell’Agenzia delle Entrate. Ma basterà questo a rompere quel muro di diffidenza degli istituti di credito in merito alla cessione del credito? Anche di recente il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) con apposito comunicato ha ribadito le difficoltà delle banche ad accettare la cessione del credito. Molti sono i problemi in termini di capienza fiscale in un clima in cui continui interventi correttivi non fanno che aumentare il senso di incertezza e instabilità.
Ecco perché gli effetti delle ultime modifiche normative potrebbe non essere immediati. Insomma è come il marito traditore seriale che torna a chiedere perdono per l’ennesima volta: vi fidereste subito delle parole o gli concedereste tutto al più un po’ di tempo di prova per dimostrargli che è davvero pentito? Ecco vediamola così: il Governo ha tradito sul 110 non solo i proprietari e le ditte ma anche le banche.