La Cina ha dato mandato a 14 banche internazionali per l’emissione di un nuovo bond in dollari suddiviso in più tranche e per un importo complessivo di 4 miliardi. Tra gli istituti coinvolti ci sono Bank of China, Bank of America, Citigroup, China Construction Bank, Deutsche Bank e Goldman Sachs. Sarebbe il primo collocamento in valuta americana dopo quello effettuato nell’ottobre dello scorso anno per un controvalore totale di 6 miliardi di dollari.
In quell’occasione, furono emessi titoli a 3, 5, 10 e 30 anni.
Bond Cina e rallentamento economico
Eppure, i bond in dollari della Cina stanno arrivando in una fase molto delicata per l’economia del Dragone. Essa è stata colpita da fattori multipli come la carenza di chip, la crisi energetica, la crisi delle costruzioni e l’imposizione di nuove restrizioni anti-Covid per spegnere alcuni focolai. Nel terzo trimestre, la crescita annua del PIL è scesa al 4,9% dal 7,9% del secondo trimestre. La produzione industriale a settembre è rimasta quasi invariata (+0,05%) su agosto e si è espansa solamente dello 0,2% nel trimestre, giù dal +1,2% del trimestre precedente e tra i livelli più bassi dell’ultimo decennio.
Tiene banco da settimane il caso Evergrande, il colosso immobiliare andato in default per eccesso di debiti. Per quanto il suo tracollo sia manovrato dalle autorità di Pechino, esso svela la grande fragilità su cui poggia l’economia cinese, vale a dire l’ipertrofia del settore costruzioni, il quale vale circa un quarto del PIL. E gli obbligazionisti sono corsi ai ripari, vendendo titoli “spazzatura”, i cui rendimenti sono esplosi a livelli allarmanti.
L’emissione è classificata 144A e RegS. Significa che gli investitori americani potranno comprare i bond e, però, questi non potranno essere piazzati sul mercato americano. La prima volta che la Cina ha aperto alla finanza USA per una sua emissione sovrana fu proprio con l’emissione di ottobre 2020.