Il paese più isolato al mondo non è riuscito a sfuggire alla pandemia. Venerdì scorso, la rete televisiva KCNA ha annunciato che ben 187.000 persone in Corea del Nord si trovano in isolamento dopo avere riportato sintomi di febbre. E almeno sei persone sono morte, di cui una è stato accertato a causa della variante Omicron del Covid. Ufficialmente, Pyongyang riconosce i primi casi della pandemia a distanza di 28 mesi dall’annuncio ufficiale in Cina. Lo stesso dittatore Kim Jong-Un ha lamentato pubblicamente il fatto che la capitale sia diventata un centro di diffusione del Covid e ha esortato all’adozione di misure scientifiche specifiche per il trattamento della malattia.
La Corea del Nord alza bandiera bianca?
La Corea del Nord aveva chiuso le frontiere con la Cina due anni fa proprio per impedire l’arrivo dei contagi dall’estero. Malgrado le misure draconiane, la pandemia è arrivata lo stesso. Il regime ha sfruttato molto male questi anni, avendo rifiutato le dosi di vaccino del programma internazionale COVAX e dalla stessa Cina. Di fatto, abbiamo un paese di 25 milioni di persone non vaccinate. Il virus adesso può circolare senza limitazioni e si teme che possa sviluppare varianti aggressive. Se accadesse, si diffonderebbero probabilmente negli stati confinanti e successivamente nel resto del mondo.
In altre parole, la Corea del Nord è diventata una “bomba biologica”. Peraltro, il paese non possiede strutture sanitarie avanzate. Il nuovo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol si è detto disponibile e pronto all’invio di materiale medico per consentire al vicino e nemico del nord di fronteggiare l’emergenza. Gli stessi USA hanno dichiarato di sostenere gli aiuti sanitari a favore del paese. Kim Jong-Un accetterà? Ad oggi si è rifiutato, ma l’ufficializzazione della pandemia attraverso i suoi stessi media potrebbero implicare una richiesta di aiuto informale rivolta al resto del mondo.
Nuovi rischi dalla pandemia per l’economia mondiale
La Cina ha ancora decine di milioni di cittadini in lockdown, tra cui a Shanghai.
In Corea del Nord le misure di contrasto alla pandemia non sono state adottate rigorosamente, se si pensa alle due parate militari del 15 e del 25 aprile a Pyongyang. Decine di migliaia di cittadini hanno assistito agli eventi senza distanziamento e mascherine. Ma la realtà ha presentato il conto. E se se ne parla apertamente persino nella TV più censurata al mondo, c’è da crederci.