La crisi del commercio e dei negozi ‘sotto casa’: sempre più quelli che chiudono

Secondo un recente sondaggio condotto da SWG per Confesercenti è emerso che un negozio di vicinato su quattro prevede la chiusura a fine anno.
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5 anni fa
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Negozi che chiudono

Continua la crisi dei piccoli negozi di quartiere, quelli che usiamo chiamare i negozi sotto casa. Da tempo il commercio online, abbinato al successo dei grandi centri commerciali ha ridotto all’osso i quartieri di quartiere che si sono ritrovati ad annaspare e non di rado a dover chiudere i battenti. 

La crisi dei negozi

Secondo un recente sondaggio condotto da SWG per Confesercenti è emerso che un negozio di vicinato su quattro prevede la chiusura a fine anno con bilancio negativo e due su dieci prevedono la riduzione della forza lavoro.

Rispetto alle altre imprese, quindi, un numero inferiore pensa di chiudere con un bilancio positivo rispetto ad altre imprese (18% contro il 34%). I commercianti si sentono sfiduciati e percepiscono un rallentamento della domanda dei consumatori che, sempre secondo il sondaggio, spaventa più del fisco e dell’aumento dell’Iva. 

Secondo la Presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, “Il commercio di vicinato è ancora in uno stato di difficoltà, e scongiurare l’IVA non basta. I negozi sono le luci delle nostre città: non possiamo lasciare che si spengano. Lo ribadiremo anche oggi nell’incontro con il Ministro Salvini: è necessaria un’azione organica, ad ampio spettro, per restituire capacità di spesa alle famiglie e per accompagnare la rete commerciale nella transizione al digitale, creando le condizioni per una leale competizione con il canale Web. Servono e formazione continua per gli imprenditori, sostegno agli investimenti innovativi ed un riequilibrio fiscale per una concorrenza alla pari tra offline e online”.

Il ruolo del commercio online

In tutto ciò sicuramente un ruolo ce l’ha il commercio online che da tempo sta rubando una larga fetta di clienti ai negozi fisici. Sempre più persone, infatti, stanno cambiando le loro abitudini di consumo scegliendo di acquistare su internet, a partire dai più noti store come Amazon, per una questione di comodità ma anche di prezzi.

Un dibattito che sta andando avanti da tempo e non di rado ha creato tensioni e punti di vista non sempre convergenti. 

Leggi anche: La crisi nera del commercio: chiudono 14 negozi ogni giorno, dramma per i posti di lavoro

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