La crisi del petrolio mette in fuga gli immigrati dall’Arabia Saudita

L'economia saudita tira il freno a mano e un milione di immigrati potrebbero lasciare il regno entro la fine dell'anno.
9 anni fa
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Quotazioni petrolio resteranno basse

E pensare che nel solo terzo trimestre dello scorso anno, le rimesse degli immigrati sono state pari a oltre 8 miliardi di euro, stando alla banca centrale, a conferma di come la massiccia presenza di immigrati stranieri abbia assicurato ad oggi il sostentamento di milioni di famiglie all’estero, specie del mondo arabo. Il bengodi è finito e una vera ripresa delle quotazioni del greggio non è attesa a breve, come dimostra la continua crescita delle scorte negli USA, cresciute la settimana scorsa di 9,4 milioni di barili a 532,5 milioni, nuovo record storico.

Se la produzione americana non scende e quella saudita e russa resta semplicemente “congelata” ai livelli del gennaio scorso, l’eccesso di offerta non potrà essere smaltito credibilmente in tempi brevi e ciò farà rimanere i prezzi depressi ancora a lungo. Lo hanno iniziato a capire proprio gli immigrati nel Regno Saudita, che fiutano da mesi il clima economico negativo e si guardano attorno. Il governo di Riad non esclude che entro la fine dell’anno possa tornarsene nei paesi di origine più di un milione di lavoratori stranieri.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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