La crisi del settore immobiliare in un grafico: ridotti margini per imprese edili

Prezzi delle case ancora in lieve calo in Italia nel primo trimestre. I margini delle imprese di costruzione si sono di molto ridotti negli ultimi anni, causa crisi.
7 anni fa
1 minuto di lettura

Secondo l’Istat, i prezzi delle case in Italia sono rimasti sostanzialmente invariati nel primo trimestre di quest’anno rispetto ai tre mesi precedenti, cedendo lo 0,1% su base annua. Nel dettaglio, i prezzi delle case di nuova costruzione tornano ad essere in calo dello 0,4% (da +0,5% dell’ultimo trimestre 2016), mentre i prezzi delle case esistenti non segnalano alcuna variazione per la prima volta dal terzo trimestre 2011.

Guardando ai prezzi dal 2010 ad oggi, possiamo notare quanto profonda sia stata la crisi del settore immobiliare in Italia negli ultimi anni.

Rispetto al gennaio 2010, i prezzi delle case sono crollati mediamente del 16,9%, frutto di un -1,6% subito da quelli delle abitazioni di nuova costruzione e di un pesante -19,7% delle abitazioni esistenti. A fronte di tali dati, emerge anche come i costi di costruzione nel settore siano aumentati dell’8,9% rispetto all’inizio del 2010, un fatto che segnala come si siano (e di molto) ridotti i margini per le imprese edili. Queste, infatti, da un lato devono mettere in conto un aumento dei costi, dall’altro devono fare i conti con prezzi di mercato più bassi.

Quanto ai costi di costruzione, questi sono stati determinati dal +11,1% messo a segno dalla manodopera, dal +6,2% dei materiali, dal +10,9% delle spese di trasporto e dal +11,4% dei noli. Si tratta quasi del tutto di costi dati, non determinabili dalla singola impresa, la quale poco può fare, quindi, per cercare di resistere alla crisi, se non accettare di vedere ridotti i propri margini, sia che si occupi direttamente della vendita delle case costruite, sia che costruisca su commissione, perché nell’uno e nell’altro caso sarà esposta alle tendenze dei prezzi di mercato. (Leggi anche: Ricchezza degli italiani più legata agli immobili che non alla finanza)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Norvegia meno dipendente dal petrolio, ma la crescita economica sarà più bassa

Articolo seguente

Cipro: colloqui per unificazione finiscono senza accordo