La situazione del commercio in Italia appare sempre più drammatica. Secondo le stime di Confesercenti, infatti, il 2019 si sta confermando un anno nero per le vendite e se si continuerà su questa via l’anno potrebbe chiudersi con una flessione del -0,4% delle vendite. Tutto a discapito dei posti di lavoro.
Sempre più negozi costretti a chiudere
Secondo i dati di Confesercenti, rispetto al 2011 ci sono 32mila negozi in meno, un numero davvero impressionante che ha portato ad annullare 3 miliardi di euro di investimenti delle imprese.
Le famiglie spendono meno e il ruolo degli e-commerce
Le motivazioni vanno ricercate nella minor spesa delle famiglie che a causa della crisi e degli stipendi che non crescono, sono obbligate a spendere 2.530 euro in meno rispetto a qualche anno fa. La minor spesa non riguarda solo il Sud e le aree più povere del paese ma anche le regioni del Centro e Nord. Addirittura, anche in Lombardia le famiglie hanno ridotto i consumi del 3,5% così come nelle altre aree ricche del paese. A questo va aggiunto il potere del commercio online sempre più in crescita che orienta le scelte delle famiglie verso outlet o appunto negozi web dove è possibile trovare offerte e prodotti concorrenziali a discapito dei negozi fisici che chiudono a ritmo elevato entro i tre anni dall’apertura. Più volte abbiamo parlato di come i negozi online stanno lentamente prendendo quota sopratutto tra i giovani che decidono di acquistare prodotti di vario tipo su internet attratti dai prezzi più bassi ma seguendo il modello di Amazon anche i generi alimentari e i prodotti per la casa ormai si acquistano facilmente online.
Secondo Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti ”Se si pensa che, in media, ogni piccolo negozio che chiude crea due disoccupati, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una crisi aziendale gravissima, anche se nessuno sembra accorgersene. Persino il commercio su aree pubbliche è in difficoltà, messo a terra da un caos normativo che ha accelerato la marginalizzazione dei mercati e il dilagare dell’abusivismo“.
In sostanza il problema appare molto più grande di quanto si possa pensare, con la perdita di posti di lavoro e una crisi del commercio che secondo Confcommercio richiede “un’azione organica per restituire capacità di spesa alle famiglie”.
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Come il commercio online e i discount si mangiano i negozi fisici